…dove ti porta la passione
di Iacopo Zanini
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#Aswordmanjourney
Un’avventura spagnola d’acciaio e sorrisi
Ho viaggiato per circa due mesi, principalmente attraverso il nord della Spagna, con lo scopo di incontrare le sale d’armi della zona, imparare il possibile riguardo la tradizione della Verdadera Destreza e ovviamente scambiare, scambiare e scambiare.
Questo viaggio che possiamo considerare una specie di vacanza all’insegna della scherma, è nato, non solo dalla mia passione ma anche dalla necessità dell’esperienza del viaggio in se e della solitudine quella sana e necessaria che ci porta in un tempo diverso da dedicare a noi stessi.
Provare a raccontare in maniera sintetica è stata una sfida al pari del viaggio stesso.
Ho viaggiato utilizzando autobus, prenotando dei passaggi su bla bla car o spostandomi grazie alla gentilezza di qualcuno dei compagni che ho avuto la fortuna di incontrare in questo viaggio. Sulle mie spalle il minimo indispensabile, 18 kg di zaino organizzati meticolosamente: una Feder, tre cambi di abiti puliti, il necessario per lavarsi, action-camera, powerbanks e varie, un diario, un libricino e un amaca da montare in caso di notti all’addiaccio. Non avevo molto con me, ma pensavo di essere pronto a tutto.
Il budget a disposizione era in linea con lo zaino: minimal. E’ sempre stato carente e ha richiesto una certa disciplina e capacità di adattamento. La disponibilità economica ti permette sicuramente più alternative e apparentemente dona tempo a disposizione. Se un budget minimal può sembrare inizialmente una mancanza, in realtà, apre delle possibilità fino a quel momento impensabili. Provo a spiegarmi meglio, dover chiedere per necessità e doversi adattare con poco a disposizione hanno reso questo viaggio la grande avventura che è stata. Ho chiesto e mi è stata offerta ospitalità dalle varie sale d’armi in cui sono stato ospitato anche per più giorni. Poter conoscere luoghi differenti accolto dalle persone del posto credo sia sempre un’esperienza unica e di profondo scambio interpersonale. In questo viaggio ho imparato quanto una passione in comune può generare legami tra le persone prima ancora di aver condiviso del tempo assieme. Quest’estate, mentre pensavo a quale tipo di viaggio attuare, ho immaginato che l’arte marziale sarebbe potuta diventare motivo di scambio, punto di contatto e legante. Così è stato. Non sono mai stato un gran pianificatore di viaggi, adoro farmi cogliere dall’improgrammato e decido di volta in volta il da farsi. Infatti il giorno di partenza ero in contatto solo con la Sala Batallador e alla fine del viaggio ne avrò viste una dozzina, da Saragozza e fino a Granada.
Prima di partire il mio maestro Federico Malagutti ha voluto farmi un regalo tramite il suo canale youtube, abbiamo pubblicizzato e promosso l’iniziativa a tutti gli “Hema-friends” in Spagna.
Due giorni dopo a Saragozza la mia esperienza era iniziata e il viaggio che avevo soltanto immaginato fino a qualche giorno prima si è materializzato man mano di fronte a me. Improvvisamente avevo persone da incontrare e con cui praticare, luoghi da visitare, una lingua nuova da apprendere, spostamenti da organizzare e molto altro. Avevo pensato di documentare il viaggio e di condividerne una parte tramite i social network, un’altra sfida in questo viaggio. Per fortuna l’entusiasmo traboccante mi ha sostenuto in qualcosa a cui non ero abituato e che ha richiesto tantissime energie.
Le prime tre settimane sono state una specie di corsa contro il tempo, ho visto: San Sebastian, casa della Sala Ignota, la Sala Fenix e Bilbao, Pamplona, ospitato da Mike e Alba, dove mi sono potuto regalare qualche giorno di riposo. Il viaggio è ripartito per Vittoria e la sala Fiore de Liberi, una sosta a Miranda dell’Ebro dove ho incontrato la Sala d’armi Salvatore Fabris durante una bellissima manifestazione di paese, ho proseguito fino a Burgos e Covarrubia casa della sala d’armi Principessa Katerina di Norvegia. Il primo giro delle sale si è concluso a Oviedo con le sale Acade Asturia (circuito Academia de Espada), Gaudiosa esgrima historica ed Esgrima Antigua Asturias (del circuito Bomprezzi).
Tanta scherma quanto autobus, visite turistiche, storia a bizzeffe, abbuffate e bevute, allenamenti da marines, sempre in viaggio e mai fermo, lo zaino, la fatica, l’accoglienza, i sorrisi. Dare tutto ti fa sentire a casa, le persone riconoscono lo sforzo e ti accolgono.
Da Oviedo ho preso il cammino di Santiago, la traccia Primitiva. Ho inviato buona parte delle mie cose a Santiago e sono a partito, a piedi, spada nello zaino e gambeson come giacca calda. L’intento era quello di percorrerlo interamente in circa dieci giorni. Il primo giorno di cammino mi accorgo che lungo il tragitto quasi tutti i punti di ristoro sono chiusi o in procinto di chiudere. Continuando il cammino scopro che, per via della stagione ormai Novembre, lungo il tragitto stanno chiudendo tutti i ristoratori. Il mio incontro con Alvaro, un veterano del Camino in viaggio da Giugno mi spiega il perché dei locali chiusi, è Novembre e siamo in bassa stagione. Ma Alvaro è La guida perfetta, mi offe il pranzo e mi dice che ce la possiamo fare ad arrivare a Santiago. Sa già dove dormire, conosce tutti, si può fare. Quel giorno ho camminato per 32 km, con dieci kg di zaino sulle spalle. La sera ho scoperto che la mia mente e il mio corpo non hanno la stessa resistenza, la testa diceva Santiago, la caviglia che avevo esagerato, in pratica non potevo camminare. Ho scoperto il giorno successivo, in un ospedale ad Oviedo, qual era il motivo: tendinite da sovra sforzo. Potete immaginare la tristezza. Dopo due giorni decido di rientrare in Italia e parto da Oviedo, saluto e prendo il primo bus fino a Pamplona, sempre porto sicuro.
Qui appena arrivo mi viene chiesto quale fosse la sala d’armi più “forte” del Nord della Spagna. Non potevo rispondere, mancavano le sale di Santiago e dintorni. In quel momento ho deciso di concedere al piede qualche giorno di riposo sperando in un miglioramento. Una settimana di indecisione. Tornare indietro e abbandonare o proseguire e rischiare?
Alla fine ho rilanciato, ancora una volta, il piede non era un granché, però la voglia di continuare è stata più forte. Da Pamplona sono saltato su una macchina diretto fino a Santiago, dovevo ancora incontrare le sale del circuito di Academia da Espada e la sala Arte do Combate.
A Santiago non ho potuto incontrare Ton Puey, era a Brescia per l’evento organizzato dalla sala d’Armi Guardia di Croce, ma ho avuto il piacere di praticare con una parte dei suoi collaboratori, allievi e insegnanti e ho avuto la fortuna di conoscere da Manuel Valle. Manuel è un dottore in pensione, amante e cacciatore di libri e ricercatore storico, grazie al suo lavoro e di pochi altri la Verdadera Destreza è riaffiorata e tornata nel presente. Nel suo percorso di indagine ha ritrovato un trattato di scherma che si pensava perduto. Sono rimasto un pomeriggio nella sua biblioteca, affascinato dai suoi racconti mentre sul tavolino cioccolata calda e churros facevano da contorno perfetto.
Il tempo a disposizione non è mai abbastanza, mi toccava ripartire e salutare Santiago.
Ormai il budget aveva deciso di non collaborare più con i miei piani di viaggio e di studio ma con un compromesso sono riuscito a strappare un viaggio fino a Granada alla Sala Pedro del Monte. Pedro Velasco, il maestro di sala, era l’unica persona che conoscevo in Spagna e a cui avevo promesso di andare a trovare. Sono saltato su un bus e solo dopo un bel 18 ore sono arrivato a Granada. Bel colpo. Da Pedro ho trovato ospitalità per due settimane. Tutte le mattine mi svegliavo in una sala d’armi. Praticamente un sogno! Dovete sapere che Pedro, ormai da qualche anno, ha avviato il suo progetto, una grande sala d’armi che può fungere, al bisogno, da centro polifunzionale, nonché casa sua.
Sono state due settimane di scherma, praticavo tutti i giorni, spesso mattina e sera. La palestra offre, cinque giorni a settimana (due lezioni per i ragazzi), corsi di spada a due mani, lotta, e da poco striscia. Possiede una filosofia marziale della disciplina e pratica spesso utilizzando protezioni minime e dando notevole importanza al controllo dell’arma. Poter incontrare Pedro è stato, oltre ad un piacere, lo scambio più proficuo per la mia pratica schermistica in questo viaggio. Al termine dell’esperienza a Granada sono rientrato, per non farmi mancare nulla, con un bus diretto in Italia, quanto ci ho messo non ve lo dico. Si fa anche questo per passione, la passione per il bus ovviamente.
Ora passiamo ad una descrizione più tecnica del viaggio. Innanzitutto tengo a precisare che, per motivi logistici e di fondi, non ho potuto visitare le sale di Madrid e Barcellona, in particolare quelle appartenenti al circuito di A.Bomprezzi. Questa mancanza richiederà un ulteriore viaggio in futuro. In generale le sale in Spagna hanno un numero di partecipanti relativamente simile alle nostre, sempre in rapporto alla grandezza del centro abitato. Un buona parte delle sale d’armi visitate affittano uno spazio in maniera permanente, solitamente un ex-officina. Un vantaggio notevole, non solo in termini di attività e di “numeri” ma soprattutto in termini sociali, in Spagna il terzo tempo è più che gradito e la polifunzionalità di uno spazio è un elemento molto ricercato. Questo si traduce banalmente nel poter lasciare tutta l’attrezzatura in loco, di poter disporre di una zone manutenzione, fare aperitivo o una cena frugale a fine allenamento ma anche vedere un film e soprattutto allenarsi quando si vuole o si può! Sala Batallador, a Saragozza, fornisce uno spazio notevole i cui istruttori possiedono le chiavi e sono responsabili dello spazio e delle eventuali aperture straordinarie. Ma anche Sala Fenix in Bilbao o Sala Principessa Katerina di Norvegia in Burgos hanno disposizione degli ambienti simili.
Durante il viaggio ho praticato principalmente due discipline, spada lunga e striscia. Nel nord della Spagna potrei azzardarmi nel dire che la spada a due mani vada per la maggiore mentre al centro-sud la striscia sia l’arma più praticata.
-Spada lunga/due mani: la maggior parte delle sale predilige la feder alcune invece praticano con repliche. In generale sono molto abili nel lavorare di legame e di filo mostrando notevole forza e presenza accompagnate dalla capacità di seguire il fulen mantenendo la punta a minaccia. Altro elemento in parte caratteristico, perché non da tutti praticata, è il passeggio acquisito dalla tradizione di Verdadera Destreza: muoversi, in cerchio, mantenendo legame di ferro e cercando di guadagnare gradi sull’avversario ed al contempo chiudere le finestre aperte. Controllo, Tempo, Distanza. Per un praticamente, come me, abituato a giocare a ferro libero e ad avversari soliti ad un passeggio lineare è stato, inizialmente, complicato venirne a capo. Ha richiesto un gran lavoro, durante il viaggio, mi ha obbligato a lavorare su molti aspetti della mia pratica. Durante il viaggio ovviamente ho potuto imparare molte cose, da passeggi particolari, “trucchetti”. La maggior parte delle sale pratica tradizione tedesca, personalmente ho incontrato una sala votata a Fiore de Liberi, ed alcune praticano mix di vari maestri. Un lavoro, a mio parere, degno di nota e visionabile da you-tube è quello di Pedro Velasco.
-Striscia o Ropeira: quando sono partito credevo he la Verdadera Destreza fosse una tradizione comune a tutte le discipline, mi sono dovuto ricredere immediatamente. Verdadera Destreza è una tradizione schermistica, prettamente spagnola, dedicata esclusivamente all’uso della striscia ed esplicata secondo un rigido e meticoloso sistema razionalista che prende in esame i possibili rapporti e posizioni tra due corpi in lotta armati di striscia. Ed ovviamente, quale sia, il metodo migliore e quindi più razionale per portare un colpo, una difesa e così via…si può dire che nella Verdadera Destreza in realtà non è chi infligge il colpo ad essere carnefice quanto colui che lo subisce, non essendo stato in grado di rispettare regole dello spazio e misure geometriche ben precise, ordinate, razionali. Il vincitore è sempre colui che fa la scherma precisa, ordinata e razionale. Questa tradizione dispone di testi specifici all’inverosimile. Sono testi complessi che prendono in esame geometria, algebra, filosofia, natura e molto altro ancora. Per fortuna in Spagna è stato fatto un ottimo lavoro in termini di fonti e di ricerca per cui si può ammirare atleti capaci e di ottima qualità. Come anticipavo, la disciplina, che possiede otto passi combinabili, appare come un ballo, elegante e silenzioso, si tramuta in un istante in una stoccata, un disarmo o una serie di tagli. Ho avuto la fortuna di poter visitare tre sale che seguono il progetto di Academia de Espada, supervisionato da Ton Puey, dove la ropeira, rapier in spagnolo, è la regina indiscussa. Ho potuto apprezzare la qualità degli scambi, sempre puliti e coerenti con le fonti, quasi mai caotici o per nulla caotici in caso di tiratori di una certa esperienza.
Ed eccoci alle conclusioni: l’esperienza è stata tanto impegnativa quanto feconda.
Al mio rientro ho dovuto rallentare il ritmo, riposare qualche settimana e fare un paio di massaggi. Il corpo ne aveva bisogno. Ricordo la prima settimana “a casa”, mi sono trovato a Parma al Torneo Ducale 23, completamente cotto, fiacco e con la tendinite a entrambe le braccia. Né è valsa la pena, anche di concludere l’esperienza così. Avevo la testa piena di informazioni, cose nuove, da provare, da sperimentare, teorie da confutare. Il bello dell’esperienza è che richiede tempo per sedimentarsi ed essere assimilata. Questo viaggio mi ha insegnato, ancora una volta, a credere in me, nelle mie idee e intenzioni. Mi ha permesso di tornare profondamente arricchito, stimolato e in qualche modo obbligato all’azione. Confesso, sono matto ma le idee a quanto pare non sono così strampalate. Spero in futuro di ripetere un’esperienza simile, sicuramente ha aperto molte porte e ha portato moltissime idee. Vorrei dare un consiglio personale a chi ha sogni nel proprio cassetto usateli, tirateli fuori. Basta poco, la cosa più preziosa e utile è il coraggio. Preziosa perché nascosta ma ne abbiamo tutti la stessa dose. In Spagna ora ho uno stuolo di compagni d’arme e amici ansiosi di rivederci e scambiare ancora una volta assieme. Mi sono messo alla prova e mi sono superato, sono tornato con un bagaglio eccezionale che mi accompagnerà per sempre. Per chi fosse interessato, sul mio profilo IG e FB (Iacopoz 94- Iacopo Zanini) potrete trovare foto e filmati del mio viaggio.
Ringrazio che mi ha permesso di condividere qui, su questo bel canale, la mia esperienza. Spero che possa essere di ispirazione ad altri, quale che sia la passione, intento o viaggio.
Ringrazio tutti gli amici in Spagna che mi hanno ospitato e che hanno condiviso con me questa meravigliosa esperienza.
Ringrazio, chi da lontano, consapevolmente o no mi ha sostenuto e sopportato.
Iacopo