PARIGI XXXIII GIOCHI OLIMPICI


Solo sport   –  Only sports

 

Citius  Altius Fortius

CAMPIONI GIOCHI OLIMPICI  –  OLYMPIC GAMES CHAMPIONS

 

 

FIORETTO FEMMINILE INDIVIDUALE  –  INDIVIDUAL FEMALE FOIL

 

1 KIEFER (USA)    2  SCRUGGS (USA)    3  HARWEY (CAN)

 

 

FIORETTO MASCHILE INDIVIDUALE  –  INDIVIDUAL MEN’S FOIL

 

1  CHEUNG (HKG)     2   MACCHI (ITA)     3  ITKIN (USA)

 

 

SCIABOLA FEMMINILE INDIVIDUALE  –  INDIVIDUAL WOMEN’S SABRE

 

1  BRUNET (FRA)    2  BALZER (FRA)     3  KHARLAN (UKR)

 

 

SCIABOLA MASCHILE INDIVIDUALE  –  INDIVIDUAL MEN’S SABRE

 

1  OH (KOR)     2  FERJANI (TUN)     3  SAMELE (ITA)

 

 

SPADA FEMMINILE INDIVIDUALE  –  INDIVIDUAL WOMEN’S EPEE

1  KONG (HKG)     2  MALLON-BRETON (FR)     3  MUHARI (HUN)

 

 

SPADA MASCHILE INDIVIDUALE  –  INDIVIDUAL MEN’S EPEE

1  KANO (JPN)     2  BOREL (FR)     3  ELSAYED (EGY)

 

 

 

FIORETTO FEMMINILE A SQUADRE  –  WOMEN’S TEAM FOIL

 

1  USA  –  2  ITALIA  –  3 GIAPPONE

 

 

 

 

FIORETTO MASCHILE A SQUADRE  –  MEN’S TEAM FOIL

 

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1 GIAPPONE  –  2  ITALIA  –  3 FRANCIA

 

 

 

SCIABOLA FEMMINILE A SQUADRE  –  WOMEN’S TEAM SABRE

 

1  UCRAINA

 

2 KOREA

 

3 GIAPPONE

 

 

 

 

SCIABOLA MASCHILE A SQUADRE  –  MEN’S TEAM SABRE

1 KOREA

 

2 UNGHERIA

 

3 FRANCIA

 

 

 

 

SPADA FEMMINILE A SQUADRE  –  WOMEN’S TEAM EPEE

1  ITALIA

 

2  FRANCIA

 

3 POLONIA

 

 

 

SPADA MASCHILE A SQUADRE  –  MEN’S TEAM EPEE

 

1  UNGHERIA

 

2  GIAPPONE

 

3  REPUBBLICA CECA

 

 

 

Medagliere della scherma a Parigi 2024  –  Fencing medal table at Paris 2024

 

 

Medagliere della scherma a Tokyo 2020  –  Fencing medal table at Tokyo 2020

 

 

 

 

Medagliere della scherma nella storia sino a Parigi 2024 – Fencing medal table in history   –  updated to Paris 2024 – in italics the nations that no longer exist

 

 

 

 

 

 The most medalled fencers in the history of the Olympic Games

 

 

MEDAGLIERE- OLIMPICO-STORICO-DI-TUTTE-LE-DISCIPLINE

 

 

 

 

 

 

 

Inizio una breve serie di considerazioni post-olimpiche riguardo alla scherma, cercando di fornire un’ulteriore serie di dati utili alla formazione di un proprio pensiero a riguardo.

I begin a brief series of post-Olympic considerations regarding fencing, trying to provide a further series of data useful for forming one’s own thoughts on the matter.

 

Arbitraggio  –  Arbitrage

Che un arbitro possa sbagliare rientra nella casistica della realtà; escludendo ovviamente il dolo, ciò deve essere messo in preventivo dai due schermitori che si affrontano.

E’ alquanto strano che per mia esperienza non abbia mai sentito dire “questa stoccata non era mia, ma l’arbitro me l’ha regalata”; invece troneggia spesso il ricorrente “hai sbagliato, mi hai rubato la stoccata”.

D’altra parte bisogna tener conto dell’evoluzione della prestazione schermistica, sempre più veloce e dirompente: ecco la moviola, che del resto non è risultata essere la panacea di tutte le ingiustizie. Forse si ricorrerà alla tanto agognata A.I., ma chi controllerà poi il software?!

C’è anche da considerare il fatto che esistono, come in tutte le altre attività sportive, le cosiddette zone d’ombra, dove la ragione talvolta è affidata ad un’oscillazione minima: può essere di qui, ma anche di là. Noi abbiamo la possibilità di annullare la stoccata e rimettere in guardia: il punto dovrebbe essere netto per avere diritto alla sua assegnazione.

Inoltre ogni sistema giuridico, quindi anche quello del Regolamento per le gare, deve assegnare al giudice un potere discrezionale pur minimo; la rigidità può portare talvolta all’ingiustizia.

Detto tutto questo, ovviamente, anche nella classe arbitrale c’è una certa gamma di valore: chi arbitra meglio e chi …meno bene. Si tratta di addestramento e di scelte.

Impossibile non citare poi il “touché” , peraltro non vincolante per l’arbitro, ancora visto e apprezzato ai Giochi, ma sempre più raro; forse siamo l’unica disciplina a contemplarlo come gesto cortese verso l’avversario e, di questo, dovrebbe essere informato il grande pubblico.

Buon ultimo il principio giuridico “ignorantia legis non excusat”: ecco qui sotto il link del Regolamento per le gare  …lo scarico innanzitutto per me.

Regolamento-Tecnico-FIE-in-Italiano-CA

 

That a referee can make a mistake is part of reality; obviously excluding fraud, this must be taken into account by the two fencers who face each other.

It is quite strange that in my experience I have never heard “this thrust was not mine, but the referee gave it to me”; instead the recurring “you made a mistake, you stole my thrust” often reigns supreme.

On the other hand, we must take into account the evolution of fencing performance, increasingly faster and more disruptive: here is the slow motion, which has not turned out to be the panacea for all injustices. Perhaps we will resort to the much-desired A.I., but who will control the software?!

We must also consider the fact that there are, as in all other sports activities, the so-called gray areas, where reason is sometimes entrusted to a minimal oscillation: it can be here, but also there. We have the possibility to cancel the thrust and put on guard: the point should be clear to have the right to its assignment.

Furthermore, every legal system, therefore also that of the Regulations for the competitions, must assign to the judge a discretionary power, even if minimal; rigidity can sometimes lead to injustice.

Having said all this, obviously, even in the refereeing class there is a certain range of value: who judges better and who… less well. It is a question of training and choices.

It is impossible not to mention the “touché”, however not binding for the referee, still seen and appreciated at the Games, but increasingly rare; perhaps we are the only discipline to contemplate it as a polite gesture towards the opponent and, of this, the general public should be informed.

Last but not least, the legal principle “ignorantia legis non excusat”: here below is the link to the Regulations for the competitions … I will unload it first of all for myself.

https://static.fie.org/uploads/28/141643-Technique%20fra.pdf

 

Contestazioni  –  Protests

 

 

 

Forma e contenuto  –  Form and content

Sembra che non si possa fermare la corsa alla spettacolarizzazione dei Giochi Olimpici; nelle ultime edizioni è stato un crescendo rossiniano.

Intendiamoci subito; nessuno pretende di dare, per così dire, un tono francescano alla kermesse quadriennale dello sport, ma un tocco di sobrietà non sarebbe disdicevole dando uno sguardo sociologico alla situazione del nostro pianeta.

In effetti lo sport, quello olimpico per specifico dettame, è una genuina proiezione dell’uomo verso valori ideali: l’affermazione ottenuta tramite carismi personali, dedizione, volontà e rispetto degli avversari. Ridurre i Giochi sempre più a un prodotto spettacolare da vendere ne offusca l’altissimo valore morale.

Le varie discipline, tutte le varie discipline, hanno un sufficiente calibro di spettacolarità per avvincere anche lo spettatore più amorfo.

Il rischio incombente è quello famoso dei capitelli e della colonna: tutti vengono attratti come falene chi dalla scuola ionica, chi da quella dorica e chi da quella corinzia …in molti trascurano purtroppo la determinante funzione portante della colonna.

Le icone da far risaltare come contenuti positivi per il pubblico al di là dello spettacolo dovrebbero essere: la fratellanza tra gli atleti, la correttezza  sia nell’ambito tecnico che comportamentale, la gioia anche solo del competere.

La differenza tra un classico Campionato del mondo e i Giochi olimpici non può risiedere solo nel fatto della cadenza annuale per i primi e quadriennale per i secondi, mancherebbe un significativo salto di qualità.

Maestro Stefano Gardenti

 

It seems that the race to spectacularize the Olympic Games cannot be stopped; in recent editions it has been a Rossinian crescendo.
Let’s be clear right away; no one claims to give, so to speak, a Franciscan tone to the quadrennial sports event, but a touch of sobriety would not be unbecoming by taking a sociological look at the situation of our planet.
In fact, sport, the Olympic one by specific dictate, is a genuine projection of man towards ideal values: the affirmation obtained through personal charisma, dedication, will and respect for opponents. Reducing the Games more and more to a spectacular product to sell obscures their very high moral value.
The various disciplines, all the various disciplines, have a sufficient caliber of spectacularity to captivate even the most amorphous spectator.
The looming risk is the famous one of the capitals and the column: everyone is attracted like moths, some by the Ionic school, some by the Doric school and some by the Corinthian school… unfortunately many overlook the crucial load-bearing function of the column.
The icons to be highlighted as positive content for the public beyond the show should be: the brotherhood between athletes, the correctness both in the technical and behavioral fields, the joy of competing.
The difference between a classic World Championship and the Olympic Games cannot reside only in the fact of the annual cadence for the former and quadrennial for the latter, a significant leap in quality would be missing.
Master Stefano Gardenti.

 

 

Evoluzione della scherma

               Come tutte le cose anche la scherma cambia: la componente della prestazione fisica diventa sempre più importante a detrimento della componente tecnica; non siamo certo qui a negare la bellezza di una bella “botta dritta”, ma di fatto alcune pagine dei trattati di scherma diventano sempre più obsolete, si pensi ad esempio alla “finta in tempo”. Si è indotti in modo sempre più esclusivo a privilegiare le “azioni semplici” in quanto il loro principio ispiratore è quello di sorprendere l’avversario appunto in velocità.

               La materialità della stoccata è ormai da decenni affidata alla segnalazione automatica e fondamentale è riuscire a far accendere la propria lucina; certo non rimpiangiamo i giudici a vista, ma anche nelle armi convenzionali sembra che non conti altro, anche in barba alla Convenzione schermistica.

               A mio parere questo è in diretta connessione con il fatto che i  nuovi materiali hanno consentito l’uso della lama come un frusta, il cosiddetto fuetto, e di conseguenza hanno, statisticamente, mandato in soffitta le classiche parate e soprattutto dischiuso i sentieri che portano al bersaglio schiena. Se il fuetto aggira le parate cosa fare se non soffocare l’azione d’attacco dell’avversario tramite un’uscita in tempo cercando il corpo a corpo?!

               D’altra parte ogni attività umana organizzata, scherma compresa, si estrinseca nell’ambito delle regole accettate prima dello scontro. In altre parole la legge plasma e condiziona lo svolgimento tecnico dell’assalto sulla pedana.

               Quindi desideriamo tornare alle guardie esageratamente larghe di un secolo addietro che privilegiavano il lavoro del braccio armato e magari ai trattati con gli uomini a torso nudo?! Proprio no!

               Auspichiamo invece un Regolamento che induca gli schermitori a far emergere anche la componente intellettuale della nostra disciplina, soprattutto nelle armi cosiddette convenzionali, in ossequio proprio ai principi della loro ragion d’essere: sì reali, ma condizionati prima anche da una regola astratta. Quindi prestazione fisica, ma anche intellettiva.

               Sono sicuro che un’induzione legislativa ad un fraseggio schermistico chiaro, sia il miglior viatico per la comprensione e quindi la divulgazione della scherma; rifuggendo dalla sola accensione di una lampadina, come allo stadio conta solo il goal!

Maestro Stefano Gardenti

 

Like all things, fencing also changes: the physical performance component becomes increasingly important to the detriment of the technical component; we are certainly not here to deny the beauty of a nice “straight hit”, but in fact some pages of fencing treatises are becoming increasingly obsolete, for example the “time feint”. We are increasingly induced to favor “simple actions” because their inspiring principle is to surprise the opponent precisely at speed.
The materiality of the thrust has for decades now been entrusted to automatic signaling and it is fundamental to be able to turn on your own light; of course we do not miss the sight judges, but even in conventional weapons it seems that nothing else matters, even in defiance of the Fencing Convention.
In my opinion, this is directly connected to the fact that new materials have allowed the use of the blade as a whip, the so-called fuetto, and consequently have, statistically, sent the classic parries to the attic and above all opened the paths that lead to the back target. If the comic bypasses the parries, what else to do but suffocate the opponent’s attack action by exiting in time, seeking a body to body fight?!
On the other hand, every organized human activity, including fencing, takes place within the rules accepted before the fight. In other words, the law shapes and conditions the technical execution of the attack on the platform.
So do we want to return to the exaggeratedly wide guards of a century ago that favored the work of the armed arm and perhaps to treaties with bare-chested men?! Absolutely not!
Instead, we hope for a Regulation that induces fencers to also bring out the intellectual component of our discipline, especially in the so-called conventional weapons, in compliance with the very principles of their raison d’être: yes, real, but also conditioned first by an abstract rule. Therefore, physical performance, but also intellectual.
I am sure that a legislative induction to a clear fencing phrasing is the best viaticum for the understanding and therefore the dissemination of fencing; avoiding the mere turning on of a light bulb, just as in the stadium only the goal counts!

Master Stefano Gardenti