un pensiero a chi
ha messo in guardia
tanti allievi
Chi volesse onorare il proprio maestro è il benvenuto in questa rubrica: inviare il materiale a stefanogardenti@virgilio.it
Ricordando i maestri di tutto il mondo
Ezio Triccoli
(con gentile collaborazione dell’ amico Luigi Lenti)
Marcello Lodetti
https://www.facebook.com/Marcello-Lodetti-Maestro-di-Scherma-224674081008182/.
Ricordi: Il maestro Marcello Lodetti
Venivo fresco fresco da Catania, o meglio visto il clima caldo caldo, e ora ero a Milano, nella grande Milano. Finalmente in una grande sala di scherma, il C.A.S- Milano, dove, per me che avevo solo avuto un maestro di scherma nella mia vita, qui ne trovavo ben quattro: Dario Mangiarotti, Marcello Lodetti, Troschell e Kevey. Il primo dava lezioni di spada, l’ultimo solo di sciabola e gli altri due facevano fioretto.
Io arrivavo come fiorettista, per cui capitai con il maestro Marcello Lodetti, mentre non ho mai preso lezioni da Troschell. Ricordo la prima lezione: tutti i miei nuovi, ancora sconosciuti, amici di sala in panchina; il maestro mi chiama ed io faccio il saluto, mi calo la maschera sul viso e mi metto in guardia. Il maestro mi fa rapidamente un giro attorno, poi, guardando il mio piccolo pubblico, pronuncia una frase in lombardo: Cusa l’è quest chi? Ho la fortuna di essere nato a Firenze, per cui io con le lingue ci gioco sin da piccolo e capisco l’antifona: infatti comincia a correggermi da tutte le parti; e pensare che io mi ero messo in guardia perfetta secondo quanto sapevo. Quel pomeriggio imparai che città in cui vai, scuola di scherma che trovi.
Lodetti era velocissimo sia di braccio armato che di gambe, forse il più veloce maestro che abbia mai avuto: faceva quasi paura. Spesso in lezione ci sfidava appunto sulla velocità: ti faceva partire con un attacco di finta indentro ed una circolata, che lui andava a neutralizzare con due contro di terza; poi ripartiva lui senza soluzione di continuità con finta indentro e circolata e tu dovevi fare le due circolate; si partiva piano e poi in crescendo rossiniano, sino a quando la velocità di attacco di finta e circolata oppure le due parate di contro di terza non andavano a toccare, bruciando in anticipo la seconda contro di terza dell’altro. Faceva questo giochetto con tutti noi e credo che non abbia mai perso!
Poi io passai alla sciabola e lo persi come maestro, ma l’ho avuto come accompagnatore ad un paio di gare: la prima a Roma quando dovevo sostenere l’ultimo assalto per vincere il titolo nella sciabola allievi; gli dissi che ero un po’ stanco e lui mi rispose: Fai minga il pirla. La seconda a Trieste per il campionato giovanetti di sciabola: durante il viaggio in treno, approfittando della mia limitata esperienza linguistica milanese, parlava e riparlava di certi kruker, sino a quando gli chiesi cosa fossero questi benedetti kruker e lui mi sparò una terribile botta dritta: Sono i strunz col suker! Lodetti, sicuramente il mio maestro più veloce più simpatico.
a Montemignaio nell’agosto del 2019 Stefano Gardenti
Ralph Faulkner
Ho iniziato a prendere 3 lezioni di arma da Ralph Faulkner quando ero studente post-laurea all’University of Southern California in Optometry. Era il 1964. Ralph fu il primo olimpionico di scherma statunitense a vincere il campionato di sciabola nell’Olimpico. Era istruttore di scherma per molte star del cinema di Hollywood. Ha reso Prigioniero di Zenda con Ron Colman; secondo Prigioniero di Zenda con Stewart Granger. Ne ha fatti anche diversi film come allenatore di scherma nella storia. Sono rimasto con lui fino al giorno in cui è passato a 94 anni. Nel 1977-78 mi ha fatto vincere 2 titoli senior negli Stati Uniti. Ha partecipato ai Giochi Olimpici in tutte e tre le armi.
Joseph Chua
Masaniello Parise
Masaniello Parise
Piero Broccini
M° Piero Broccini
luca-mei-tesi-su-broccini Ringraziamo il collega per la sua disponibilità
Janos Kevey
Oggi, amici miei, andando alla ricerca sul web di video da proporvi, ho avuto un tuffo al cuore: il video l’ho trovato per me!
Per mia disavventura di maestri ne ho avuti una quindicina e tutti hanno concorso generosamente alla mia formazione di schermitore, fuori e dentro. Il maestro Janos Kevey occupa un posto particolare nel mio cuore per vari motivi: seppi dopo averlo lasciato che era stato olimpionico, perché lui non lo andava dicendo ai quattro venti – quando ci dava lezione ci faceva letteralmente giocare con la sciabola e non era lui a chiamarci ma noi ad andare da lui – con lui vinsi il mio primo campionato, ma con una sciabolatina alle gambe mi fece capire che per ora ero solo arrivato numero uno alla gara (parlava italiano in questo modo particolare) e ancora non ero certo un “campione” vero.
Maestro, ora collega, io ti ho amato e ti amo ancora.
Giuseppe Mangiarotti
Enzo Musumeci greco
http://www.casamuseoaccademiamusumecigreco.it/