Guardate i video: tutti possono essere cavalieri; anche noi del terzo millennio! Il valore conta relativamente: ciò che invece è fondamentale è la lealtà sportiva, lo spirito di sacrificio nell’allenamento e nella dedizione alla nostra Disciplina
Grazie all’importanza acquisita sul piano militare, la cavalleria divenne un mezzo di ascesa sociale sia tra l’aristocrazia che possedeva i beni e i diritti, sia tra i ceti cittadini più elevati. I cadetti diventavano cavalieri in quanto erano esclusi dall’eredità. Dal secolo XI la cavalleria diventò un ceto sociale chiuso: tranne rare eccezioni, diventava cavaliere solo chi era figlio di cavaliere. Gli ideali condivisi erano: difesa dei più deboli, lealtà verso il proprio signore, valore fisico ed integrità morale.
I cavalieri appartenevano al secondo ordine della società (i bellatores), mentre il primo ordine era costituito da coloro che avevano il compito di pregare (oratores) ed il terzo da coloro che avevano il compito di lavorare (laboratores). Al fine di contenere la violenza di molti guerrieri, alcuni vescovi della Francia sud-occidentale ed alcuni monaci fecero ricorso alle paci di Dio: essi convocavano una pubblica assemblea in cui tutti giuravano di mantenere la pace, impegnandosi in particolare a non colpire chi non portava le armi (contadini, pellegrini, uomini di Chiesa). Nato negli anni settanta del X secolo, il movimento delle paci di Dio si diffuse nel resto della Francia ed in altre regioni europee nel secolo XI quando, in numerosi concili vescovili, si stabilì anche la tregua di Dio. Il cavaliere era un miles Christi, soldato di Cristo, che serviva legittimamente Dio anche con le armi
Dal secolo XI si assistette, anche per effetto della generale ricostituzione della società europea, ad un ingentilimento dei costumi dei cadetti, che si professavano protettori dei deboli, delle vedove e degli orfani, devoti ad una domina (da cui il nostro donna) alla quale prestavano giuramento di fedeltà e in nome della quale compivano le proprie gesta.
]In generale il codice cavalleresco, cosa che poi ha contraddistinto il concetto di “cavaliere” nell’immaginario collettivo, ruotava intorno ad alcuni valori e norme di comportamento, come la virtù, la difesa dei deboli e dei bisognosi, la verità, la lotta contro coloro che venivano giudicati malvagi e gli oppressori, l’onore, il coraggio, la lealtà, la fedeltà, la clemenza e il rispetto verso le donne.
In letteratura
Il Ciclo Carolingio fa parte di quella letteratura dei cicli, di carattere epico-cavalleresco, che si sviluppò immediatamente dopo l’anno Mille e che celebrava nelle sue composizioni, in versi, i valori più alti della società aristocratica. Si tratta di un complesso di canzoni di gesta francesi medievali, imperniate intorno alla solenne figura di Carlo Magno e celebranti le sue imprese e quelle dei suoi fedeli paladini e quelle ancora di altri sovrani suoi predecessori e successori, sì da costituire una sorta di grande storia poetica dell’Impero carolingio. Al ciclo carolingio appartengono delle canzoni di gesta (chansons de geste), che esaltano le imprese straordinarie dell’imperatore Carlo Magno (742-814) e dei paladini di Francia, cioè tutti i nobili della sua corte, primo tra tutti Orlando (nipote di Carlo), che combattono per alti ideali, come la fede religiosa, la patria, il sovrano, l’onore.
Il ciclo bretone o ciclo arturiano indica l’insieme delle leggende sui celti e la storia mitologica delle isole britanniche e della Bretagna, in particolar modo quelle riguardanti re Artù e i suoi cavalieri della Tavola Rotonda; la storia consiste in una compilazione romanzesca di amori, magie e avventure.Il cavaliere della tavola rotonda alla corte di re Artù non è più l’Orlando della Chanson de Roland che muore con tutta la sua schiera a Roncisvalle come un martire, ma è un solitario cavaliere errante che va alla ricerca di prove sempre più difficili per esaltare se stesso e per conquistare la donna amata. Tra le storie più celebri si ricordano le leggende su Merlino e la spada Excalibur, l’origine prodigiosa e l’inizio del regno di Artù, l’amore tra Lancillotto e la regina Ginevra moglie di Artù, l’amore di Tristano ed Isotta moglie di re Marco, le vicissitudini, le avventure delle fata Morgana e suo figlio Mordred, i cavalieri della Tavola Rotonda, la figura di Parsifal e il tema della ricerca del sacro Graal.