Oggi le stoccate le prendiamo in genere sul kevlar
Un’armatura è un equipaggiamento protettivo utilizzato per difendere il corpo di un uomo durante uno scontro. Consta di un insieme di armi bianche difensive preposte alla difesa passiva delle varie parti del corpo: l’elmo per il cranio, la corazza per il torace ed apposite protezioni per gli arti (schiniere, bracciale, guanto d’arme, ecc.). A queste componenti, solitamente chiamate “pezze”, si assomma poi lo scudo, arma bianca di difesa attiva.
La storia dell’armatura cominciò in concomitanza con la storia della pratica bellica e vide l’umanità fare ricorso ai più disparati elementi per realizzare le pezze protettive: semplici strati di pelliccia, cuoio ed osso, poi metalli sempre più robusti (bronzo, ferro e acciaio. Le tipologie di armature sviluppate dall’umanità, sono state, soprattutto nel continente eurasiatico e sino al XVII secolo, del tipo più disparato: la panoplia degli opliti greci, la cotta di maglia dei Celti, la lorica segmentata del legionario romano imperiale, ecc.
Oggi, l’equivalente dell’antica armatura è costituito dal giubbotto antiproiettile e dai moderni elmetti.
L’armatura veniva comunemente utilizzata anche per proteggere gli animali da guerra, come il cavallo da guerra e l’elefante da guerra. L’insieme delle pezze d’armi utilizzate per proteggere il cavallo era chiamato “Barda”. Particolari armature sono state poi sviluppate per quei cani da caccia impiegati in pratiche venatorie particolarmente rischiose quale è, ad esempio, la caccia al cinghiale.
Nel corso della storia dell’umanità, l’armatura si è evoluta parallelamente all’aumento dell’efficacia dell’artiglieria sul campo di battaglia, generando così una corsa gli armamenti che coinvolgeva varie civiltà per dare la miglior protezione senza gravare sull’agilità dei soldati.
Nella Grecia antica, l’oplita portava una corazza metallica a due piastre per la protezione del busto e gli schinieri per proteggere le gambe.
L’elmo, ornato di cimiero, copriva l’intera testa ed era equipaggiato di protezione nasale.
Portava inoltre uno scudo in legno, rotondo e di grande taglia, con al centro una borchia di metallo per maggiore solidità. L’armatura era realizzata in bronzo.
Nel corso della storia romana si sono succeduti vari tipi di armature.
La corazza a struttura rigida col tempo lasciò il posto alla lorica, che poteva essere a scaglie di metallo (lorica squamata), a placche di metallo lorica segmentata e in maglie di metallo (lorica hamata).
Gli scudi più diffusi furono il clipeus di foggia rotonda e lo scudo incurvato rettangolare.
Completavano l’armatura gli schinieri e l’elmo, di varie fogge, che lasciava scoperto il viso.
Armatura europea medievale
La base dell’armatura è generalmente costituita da una maglia di metallo “Usbergo”, alla quale, furono gradualmente aggiunte piccole piastre o dischi addizionali per difendere aree vulnerabili. Nel XIV secolo le ginocchia furono coperte con acciaio e due dischi circolari furono applicati alle giunture delle braccia per fornire protezione in assetto da guerra. La piccola protezione del cranio si evolse in un grosso elmo: la parte posteriore fu infatti allungata per coprire il retro del collo e i lati della testa. Ulteriori piastre di acciaio furono poi sviluppate per proteggere stinchi, piedi, gola e il torace, e presto (a metà del XIV secolo) molte parti della maglia furono coperte da queste piastre protettive. La fase successiva vide le piastre coprire tutte le parti della maglia. Nella seconda metà del XIV secolo furono inoltre introdotti svariati tipi di elmo.
Nel XV secolo, quasi ogni parte del corpo era ricoperta da piastre d’acciaio specifiche, tipicamente portate sopra vestiti di lino o lana e attaccati tramite cinghie e fibbie. Nelle zone in cui applicare un’armatura rigida era impossibile (ad esempio il retro del ginocchio) si utilizzavano maglie (maille) di acciaio costituite da anelli fissati tra loro. Altri famosi componenti dell’armatura a piastre sono l’elmo, i mitteni (guanti), la gorgiera, la piastra frontale, i cosciali e gli schinieri.
Normalmente l’armatura completa era confezionata su misura. Spesso l’armatura recava, all’interno, mostrine militari, visibili al solo cavaliere. Chiaramente richiedeva molte ore di lavoro e grosse spese: costava, in proporzione, circa quanto una casa o una macchina di lusso del giorno d’oggi. Solo i nobili e i proprietari terrieri potevano quindi permettersela, mentre i soldati di basso rango utilizzavano corazze più economiche (quando erano in grado di comprarle, per lo meno). Di solito esse comprendevano un elmo e una piastra frontale. L’armatura completa rendeva il soldato quasi inattaccabile dai colpi di spada, fornendo inoltre una discreta protezione contro frecce, mazze e colpi dei primi moschetti. Anche se le lame delle spade non erano in grado di penetrare la piastra (di solito spessa circa 2 mm), i colpi potevano causare seri danni da concussione. La tattica che si utilizzò per contrastare i cavalieri sempre più corazzati consistette infatti nell’utilizzo di armi da impatto, come mazze e martelli da guerra. Esse erano in grado di infliggere fratture, emorragie, e traumi cranici. Un’altra tattica consisteva nel mirare agli interstizi tra le piastre, usando daghe per attaccare gli occhi o le giunture del cavaliere.
Al contrario di quanto spesso si crede, un’armatura da battaglia medievale (più pratica delle versioni iniziali “da cerimonia” e “da giostra” popolari presso la nobiltà a fine Medioevo) non ingombrava il cavaliere più delle protezioni che si utilizzano oggi. Un cavaliere corazzato (addestrato fin da bambino a portarla) poteva facilmente correre, strisciare, salire scale, montare e smontare da cavallo senza ricorrere ad argani (una leggenda probabilmente derivante da una vecchia commedia)
Si stima che una corazza completa a piastre medievale pesasse mediamente poco più di 27 kg, considerevolmente più leggera dell’equipaggiamento portato dalle truppe d’élite degli eserciti contemporanei.
Anche per i cavalli furono sviluppate delle bardature a piastre d’acciaio allo scopo di ripararli dalle lance e dalle armi della fanteria. Oltre a fornire protezione, ciò rendeva più impressionante e intimidatorio il cavaliere. Bardature elaborate erano anche utilizzate come corazze da parata.
Armatura europea moderna
L’armatura a piastre è probabilmente il più noto esempio di corazza al mondo, essendo associata ai cavalieri dell’Europa tardo-medievale. Il suo utilizzo è continuato in tutta Europa anche nel XVI e XVII secolo. Unità di cavalleria pesante (corazzieri) continuarono a usare piastre per il torace e per la schiena fino agli inizi del XX secolo.
Normalmente si crede che l’armatura a piastre svanisca dai campi di battaglia subito dopo la comparsa delle prime armi da fuoco. Ciò non è del tutto vero. Alcuni rozzi cannoni erano infatti già utilizzati prima che l’armatura a piastre diventasse la norma. Già intorno al XV secolo, infatti, alcuni cavalieri usavano un “cannone portatile”. Migliori balestre e armi a canna lunga (predecessori dei moschetti) cominciarono a infliggere serie perdite alle unità equipaggiate con cotte di maglia e corazze a piastre semplici. Anziché comportare l’abbandono di tali protezioni, il pericolo costituito dalle armi da fuoco comportò un maggiore uso e un miglioramento tecnologico delle corazze. Per circa 150 anni si continuarono quindi a utilizzare corazze, la cui efficacia era aumentata dagli accorgimenti metallurgici e dall’ottimizzazione della struttura.
Gradualmente, a partire dalla metà del XVI secolo, un elemento dopo l’altro fu rimosso per ridurre il peso per la fanteria; piastre frontali e posteriori furono utilizzate dal XVIII secolo (ai tempi di Napoleone) fino all’inizio del XX secolo in molte unità di cavalleria pesante europee. Fucili e moschetti da circa metà del XVIII secolo in avanti erano in grado di penetrare le corazze, quindi la cavalleria era costretta a stare più attenta al fuoco nemico.
All’inizio della prima guerra mondiale migliaia di corazzieri francesi cavalcarono contro la cavalleria tedesca, anch’essa recante elmo e corazza. A quell’epoca, la piastra luccicante era coperta da vernice scura e una copertura di tessuto copriva gli elaborati elmi di stile napoleonico. L’armatura era progettata per proteggere solo contro sciabole e lance leggere.