Traduzione: L’Esprit della scherma


 

 

Introduzione

Preambolo

In generale

Fondamentali 

Le categorie delle azioni 

Tecnica schermistica

Prodromi dello scontro ed inizio match

Attacco

Difesa

Il corpo a corpo

La specialità della spada

La specialità della sciabola

Miscellanea

L’interiorità

La tattica

Strategia

Allenamento

Conclusioni 

 

 

 

 

 

 

 

Introduzione

 

            Non me ne voglia Charles-Louis de Secondat Barone de La Brède e di Montesquieu se prendo a prestito l’incipit del suo capolavoro di filosofo del diritto: in effetti il termine Esprit (des lois) racchiude in sé il senso compiuto di ciò che cerco di esprimere con questa mia nuova fatica letteraria.

            Scorrendo le pagine di un qualsivoglia trattato di scherma veniamo a conoscenza di sequele di posizioni da assumere con l’intero corpo o di sue specifiche parti, innanzitutto il braccio armato; inoltre vengono analizzati tutti i rapporti spaziali che si possono instaurare tra i due ferri nel loro eterno gioco di tirare il colpo o all’opposto pararlo.

            Incentrando tutta l’attenzione sull’applicazione della teoria, a mio modo di vedere, si rinuncia al rinvenimento e alla doverosa considerazione di tutte le sue intime essenze e dei concetti che ne informano la ragion d’essere.

            Ovviamente mi si potrebbe obbiettare che queste non sono le finalità di un manuale o trattato che sia. Ed ecco perché mi cimento in questa temeraria opera di rinvenimento dell’esprit della scherma, cioè della sua essenza, della sua natura e dei suoi  principi primi.

            Ho utilizzato il termine concetto come pensiero definito e idealmente configurato, formulabile e utilizzabile sul piano intuitivo e logico. Ho poi voluto anche glossare succintamente i concetti rinvenuti con le mie riflessioni, talvolta tramite considerazioni tecniche, talvolta con stringate e semplici esclamazioni.

            Tutto ciò, ancora una volta, ad attendibile testimonianza del mio amore verso la nostra disciplina. 

                                                                                                               m° Stefano Gardenti

a Firenze nel gennaio del 2024

 

 

Preambolo

 

1 – Concetto: La scherma è ad un tempo scienza ed arte.

Riflessione: Lo schermitore è un libero interprete di principi oggettivi che si sono affermati in un’epoca circa il combattimento con armi bianche.

        

2 – Concetto: Non dobbiamo mai scordare quanta fortuna abbiamo nel praticare la scherma: fa evolvere le nostre abilità corporee e le coniuga con il nostro intelletto tramite il filtro della nostra personale interiorità.

Riflessione: La nostra disciplina ci rende donne e uomini migliori, consentendoci poi di vivere al meglio nel mondo quotidiano anche al di fuori delle pedane sportive.

 

3 – Concetto: Fammi vedere come tiri e ti dirò realmente chi sei.

Riflessione: Il personale modo di condurre l’assalto mette a nudo la genuina interiorità dello schermitore.

 

4 – Concetto: Lo schermitore in pedana è un solitario: la maschera, alla foggia di quelle della tragedia greca, lo isola dal mondo.

Riflessione: Sotto la maschera si dialoga solo con se stessi; i suoni esterni arrivano ovattati e, concentrandosi sullo scontro con l’avversario, tutto il resto risulta sbiadito alla percezione. Si osserva per acquisire dati, si cercano soluzioni tecniche, si decide cosa e quando farlo, tutto da soli.

 

5 – Concetto: Lo schermitore è un paziente costruttore di piccole vittorie, le singole stoccate, e di piccole battaglie, gli assalti; tutto questo al fine di vincere una speciale guerra, la vittoria in una determinata competizione

Riflessione: La Scherma plasma dei volitivi.

 

6 – Concetto: Il gusto e il piacere della vittoria hanno in verità un valore secondario ed eventuale per lo schermitore: egli ama soprattutto la competizione, lo scontro per lo scontro, il confronto con un avversario. Il risultato, sicuramente importante e lusinghiero, non è determinante: il mezzo non deve confondersi con il fine.

Riflessione: La Scherma forgia dei combattenti.

 

7 – Concetto: Un match si può anche vincere grazie alla superiorità tecnica, si può vincere per la prestanza fisica, per intelligenza, coraggio, costanza o altro; ma si può vincere anche grazie alla buona sorte.

Riflessione: Il più delle volte si vince per l’imponderabile combinato disposto di più di una di queste sfaccettature della realtà.

 

8 – Concetto: Lo schermitore combatte sempre contro due avversari: prima ancora di affrontare chi vede sulla pedana attraverso le maglie della sua maschera, deve affrontare se stesso.

Riflessione: In fase di allenamento deve sconfiggere la stanchezza e l’indolenza; poi, nell’istante prima di calarsi sul volto la maschera, deve combattere contro i fantasmi della sua mente; infine, entrando nella realtà dello scontro, deve vincere incertezze e dubbi. Dopo questa sua personale battaglia, solo dopo, ecco l’avversario, quello manifesto.

 

9 – Concetto: La scherma, se la pratichi oltre un certo numero di anni, permea il tuo essere nei suoi più disparati anfratti.

Riflessione: Si è schermitori per sempre.

 

10 – Concetto: Al di là della scherma applicata sulla pedana, esiste una moltitudine di ottiche culturali direttamente connesse alle svariate nature che caratterizzano la prestazione dello schermitore.

Riflessione: La Scherma è un universo di conoscenze.

 

11 – Concetto: La sala di scherma è un luogo d’incontro tra donne e uomini, tra giovani e meno giovani, tra campioni e meno campioni.

Riflessione: La Scherma è la squadra più grande del mondo.

 

12 – Concetto: Gli operatori delle sale di scherma, in specie i maestri, sono dei tutori per la crescita globale degli allievi, non solo di quella tecnica.

Riflessione: La Scherma educa alla vita.

 

13 – Concetto: Il Regolamento per le gare inquadra minuziosamente e puntigliosamente ogni aspetto dello scontro che avviene sulla pedana.

Riflessione: La Scherma induce alla lealtà.

 

14 – Concetto: La nostra tradizione, il fatto che impugniamo comunque delle armi anche se inoffensive, le regole comportamentali che apprendiamo dai nostri maestri quando entriamo in sala, tutto ciò ci induce alla correttezza e all’osservanza di regole scritte e non scritte.

  Riflessione: La Scherma ci sollecita alla legalità.

 

15 – Concetto: Lo schermitore, ogni schermitore, ha ricevuto l’insegnamento di accusare  la stoccata ricevuta in modo netto, invitando l’arbitro a riconoscerla all’avversario.

 Riflessione: Nella realtà non tutti e non sempre lo fanno.

 

16 – Concetto: La teoria schermistica attuale non è definitiva, ma invece è sempre soggetta a possibili evoluzioni e cambiamenti.

Riflessione: Nuovi materiali, variazioni del Regolamento, indirizzi arbitrali o quant’altro possono sempre potenzialmente innestare nuovi processi evolutivi.

 

 

In generale

 

17 – Concetto: Le specialità della scherma sono fioretto, spada e sciabola

Riflessione: Il loro minimo comune multiplo tecnico e concettuale supera di gran lunga le loro specificità. La scherma è una e le diverse armi non ne sono altro che un’applicazione diversificata.

 

18 – Concetto: Nel confronto con l’avversario entrano in gioco numerosi e variegati fattori come quello fisico, quello tecnico – tattico – strategico, quello caratteriale – psicologico e quant’altro.

Riflessione: La preparazione dello schermitore deve essere di conseguenza multilaterale; la prestazione sulla pedana è comunque affidata prima ad un atleta in senso ampio, dopo allo schermitore.

 

19 – Concetto: La costruzione di un valido schermitore è un processo lento e faticoso sia da parte dell’atleta che dell’insegnante.

Riflessione: La scherma esige pazienza.

 

20 – Concetto: La scherma è un’attività sportiva molto appariscente, ma dopo un imprinting appunto fascinoso richiede molta pazienza nella costruzione di un patrimonio tecnico che consenta di potersi cominciare a divertire nel libero assalto.

Riflessione: E’ di fondamentale importanza l’impostazione del metodo di lavoro soprattutto per le giovani leve; il divertimento differito del libero assalto dovrà essere anticipato e rimpiazzato da una preparazione atletico – tecnica di carattere marcatamente ludica.

 

  21 – Concetto: La sala di scherma è indubbiamente un non comune luogo societario; gli schermitori crescono tecnicamente anche e soprattutto con l’incrociare il ferro tra i loro diversi valori agonistici.

Riflessione: Fondamentale è costruire e cercare di mantenere sempre vivo     questo importante collante sociale, vigilando sulle pericolose eventuali invidie personali da reindirizzare alla più proficua emulazione.

 

 22 – Concetto: La pedana induce lo schermitore ad essere aggressivo; deve comportarsi da predatore e l’imperativo categorico, ovviamente nel pieno rispetto delle regole, è conquistare la vittoria sull’avversario.

Riflessione: La Scherma allena al raggiungimento di un  traguardo.

23 – Concetto: Sulla pedana si sale in due, ma uno solo ne scende vittorioso e la vittoria non si ottiene per caso, ma è il frutto innanzitutto di una fortissima volontà che soprassiede al corpo e alla mente;  la volontà tra l’altro è una moltiplica delle proprie possibilità.

Riflessione: La Scherma abitua ad essere volitivi.

 

24 – Concetto: Timori, paure, dubbi, incertezze, esitazioni, indecisioni, anche se non  in modo uniforme ed  evidente albergano in ogni atleta. Sulla pedana questi stati d’animo possono tarpare le ali dello schermitore ed è da come si impara a gestirli che dipende gran parte delle proprie fortune come agonista.

Riflessione: La scherma ci allena a controllare le nostre emozioni di segno negativo.

 

   25 – Concetto: I risultati che si ottengono sulle pedane dipendono soprattutto dall’allenamento a cui lo schermitore si sottopone; più si evolve e più ciò vincola il suo ulteriore sviluppo.

Riflessione: La Scherma fa capire che per raggiungere un risultato ci vuole costante applicazione e dedizione.

 

26 – Concetto: La teoria schermistica si basa su concetti di Fisica e di Geometria; l’eterna sfida tra colpo e contraria costituisce un perfetto gioco di logica ad incastro su basi scientifiche per le menti dei due combattenti sulla pedana.

Riflessione: La Scherma ci abitua alla razionalità.

 

27 – Concetto: Il ludo ha sempre rappresentato un istante magico per l’uomo, perché appassiona, conquista e coinvolge.

   Riflessione: Lo schermitore sulla pedana sicuramente si diverte.

 

 28 – Concetto: Lo schermitore può trovare sulla pedana infinite tipologie di avversario; caratteristiche fisiche, tendenze tecniche, istintualità diverse e quant’altro danno luogo a un ricco campionario di antagonisti.

Riflessione: Lo schermitore si abitua ad essere un paziente catalogatore ed archiviatore.

 

   29 – Concetto: La scherma, per le sue caratteristiche, può essere praticata sino a tarda età, addirittura anche sotto forma di agonismo tramite i master. Un buon motivo quindi per tenersi in forma fisica e mentale, per di più con la stagione brutta sotto il tetto amico di una palestra.

Riflessione:  Lo schermitore è quindi anche un fortunato.

 

30 – Concetto: La scherma è un’attività che va svolta in assoluta sicurezza; si gira alla larga da una pedana su cui i compagni tirano e, se qualcuno comunque si avvicina, d’istinto s’interrompe subitaneamente l’attività.

Riflessione: Chi gioca e scherza con le armi senza maschera ed acconcio equipaggiamento non è uno schermitore.

 

 

 

Fondamentali

 

31 – Concetto: La tecnica schermistica prevede un insieme di dettami per impostare lo schermitore in una fase che non contempla ancora la presenza dell’avversario; si tratta dei Fondamentali.

Riflessione: Prima di scambiare le prime bellicose stoccate sulla pedana è necessario avere ben introiettato queste abilità tecniche e saperle applicare con sufficiente qualità ed automatismo.

 

32 – Concetto: Le nozioni presenti sui trattati non si ispirano a criteri estetici, ma, all’opposto, a valori assolutamente pragmatici.

Riflessione: Lo schermitore che si discosta da essi è meno efficiente.

 

33 – Concetto: Riveste grande importanza il modo di congiungere l’attrezzo-arma al corpo tramite l’impugnatura; ciò al fine di ottenere il miglior maneggio del ferro, ovvero la capacità direzionale e la velocità di spostamento.

Riflessione: Il miglior utilizzo dell’arma dipende  dall’uso privilegiato del pollice, dell’indice e del medio come dita-guida, dalla comunque moderata applicazione della forza dei muscoli della mano, dalla variazione di questa forza in funzione delle diverse situazioni di rapporto con la lama avversaria, la cosiddetta stretta in tempo.

 

34 – Concetto: La tipologia del manico, anatomico – liscio – misto, favorisce o rende più difficoltose certe posizioni della mano e, di conseguenza, certe tipologie di azioni. Nella spada può addirittura produrre un notevole allungamento del braccio armato.

           Riflessione: Il manico influisce non poco sulla scelta del tipo di scherma da produrre sulla pedana.

 

35 – Concetto: Il polso armato può inclinarsi in opposizione al ferro avversario, realizzando un angolo tra braccio e lama.

Riflessione: Nella parte finale di ogni colpo lineare questa tutela geometrica preserva fattivamente il corrispettivo bersaglio.

 

36 – Concetto: La postura di attesa dello schermitore, la cosiddetta guardia, deve realizzare un’ambivalenza spaziale, ovvero assicurare all’occorrenza il veloce spostamento all’indietro e in parallelo costituire un’idonea base di partenza per il raggiungimento repentino di un bersaglio dell’avversario.

Riflessione: La guardia è una specialissima sedia mobile sulla quale lo schermitore si siede e gioca la sua partita a scacchi con l’avversario.

 

37 – Concetto: Per produrre la migliore efficienza motoria il corpo deve sottostare ad un insieme di equilibri e di compensazioni nelle fasi di transizione motoria.

Riflessione: E’ necessario prestare la massima attenzione a questi canoni, altrimenti viene ad inficiarsi uno degli strumenti basilari utilizzati dallo schermitore, vale a dire la mobilità del suo corpo e del suo braccio armato.

 

38 – Concetto: Ogni errore nella realizzazione della postura di guardia farà degenerare la prestazione dello schermitore e lo obbligherà quantomeno ad interventi compensativi.

Riflessione: Lo schermitore deve vigilare costantemente sui suoi errori posturali e cercare di correggerli.

 

39 – Concetto: Uno schermitore sulla pedana costituisce un sistema.

Riflessione: Tutte le parti corporee devono sintonizzare la propria dinamica, intervenendo, secondo i casi, in sincronia oppure in sfalzo temporale.

 

40 – Concetto: La capacità di deambulazione veloce sulla pedana è alla base sia del concetto di attacco che di difesa in senso lato.

Riflessione: E’ necessario curarne la migliore realizzazione possibile anche in relazione alle diverse forme di applicazione.

 

41 – Concetto: Lo spostamento veloce realizzato tramite la cosiddetta balestra, sprigionando una notevole potenza muscolare delle gambe, si addice a colpi la cui meccanica esecutiva non presuppone grande precisione di punta; viceversa accade per il cosiddetto spostamento patinato.

Riflessione: E’ quindi proficuo che lo schermitore metta in relazione la tipologia del suo attacco con quella dello spostamento con cui intende raggiungere il bersaglio del suo avversario.

 

42 – Concetto: La posizionatura e lo spostamento dei due schermitori deve avvenire sull’ideale linea-direttrice parallela ai lati lunghi della pedana.

Riflessione: Ogni significativa divergenza genera un pericoloso disallineamento tra linee d’attacco e linee difensive.

 

43 – Concetto: Si può talvolta anche abbandonare la linea direttrice ed effettuare quindi uno scarto laterale sia a sinistra che a destra.

Riflessione: In attacco, alterando le linee dei colpi, si può sortire un effetto sorpresa; in difesa, lo spostamento è alla base dell’uscita in tempo denominata inquartata.

 

44 – Concetto: La buona consapevolezza di poter arrivare sul bersaglio avversario è il necessario prodromo per decidere di sviluppare un’azione di attacco.

Riflessione: Essa non dipende solo dalla velocità che si riesce ad esprimere in relazione alla reattività dell’avversario, ma è esaltata dalla scelta del tempo e dalla misura ottimale di partenza.

 

45 – Concetto: Il colpo per raggiungere il bersaglio antagonista può descrivere nello spazio traiettorie geometricamente diverse; una di esse e quella lineare.

Riflessione: E’ la tipologia di più semplice applicazione e quella più spontanea.

 

46 – Concetto: Il colpo può essere anche di intagliata, ovvero, piegando l’articolazione del gomito, descrivere con la punta due archi di cerchio, il primo all’indietro e il secondo in avanti verso il bersaglio antagonista.

Riflessione: La meccanica e la tempistica sono complesse e la punta deve necessariamente abbandonare la minaccia sul bersaglio; tuttavia la traiettoria risulta di più difficile intercettazione da parte del ferro avversario.

 

47 – Concetto: Il colpo può essere di fuetto, ovvero, sfruttando l’elasticità della lama, raggiungere il bersaglio tramite un velocissimo arco di cerchio descritto in avanti dalla punta.

Riflessione: E’ un colpo dalla meccanica alquanto complessa, ma utilissimo in quanto riesce ad aggirare le parate opposte dall’antagonista.

 

48 – Concetto: La lama dello schermitore si interfaccia ai diversi potenziali bersagli validi dell’avversario tramite le cosiddette linee d’attacco; simmetricamente esse vengono a costituire per quest’ultimo le corrispondenti linee di difesa.

Riflessione: I punti di partenza dei colpi, i percorsi attuati e i possibili ed utili punti di intercettamento sono intimamente connessi tra di loro; costituiscono le fondamentali coordinate geometriche del fraseggio schermistico. Ottimizzare la loro individuazione è molto proficuo.

 

49 – Concetto: Per poter toccare l’avversario è necessario produrre il cosiddetto affondo, ovvero, dopo aver disteso il braccio armato, tramite un continuum si allunga il corpo verso l’avversario spostando il piede avanti, mutando quindi l’assetto degli equilibri della guardia.

Riflessione: La meccanica dell’affondo è il prodotto del compromesso dell’ambivalenza di potersi protrarre velocemente in avanti per raggiungere un bersaglio dell’avversario ed avere nel contempo in potenza la via di fuga di un veloce ritorno in guardia.

 

50 – Concetto: In ossequio al concetto di sistema-schermitore anche il braccio non armato, notoriamente oscurato dal suo omologo, ha specifiche  ed importanti funzioni.

Riflessione: Flettendosi all’indietro in occasione dell’affondo aggiunge una pur lieve propulsione in avanti;  dopo un attacco non andato a segno, guida ed equilibra il necessario veloce ritorno in guardia.

 

51 – Concetto: Se l’affondo non è sufficiente ad annullare la distanza dal bersaglio, giocoforza è farlo precedere almeno da un veloce passo di avvicinamento.

Riflessione: E’ importante ridurre i tempi tecnici del movimento, facendo coincidere la prima parte del passo con l’inizio della distensione del braccio armato.

 

52 – Concetto: In caso di esito negativo dell’attacco è conveniente un veloce rientro nella più garantita postura di guardia, realizzando il cosiddetto ritorno in guardia.

Riflessione: In questa situazione è fondamentale utilizzare tutta la muscolatura del corpo all’unisono, cioè usando in contemporanea tutte e due le gambe assieme a tutte e due le braccia.

 

53 – Concetto: Invece di bloccare il corpo nella posizione di affondo, utilizzando l’elasticità della gamba avanti, è possibile rimbalzarlo subitaneamente all’indietro, sprigionando l’energia potenziale incamerata.

Riflessione:  Nella scherma si utilizza tutto e di tutto.

 

54 – Concetto: La cosiddetta misura lunga è percorribile anche con il gesto estremo della frecciata, ottenuto con uno sbilanciamento totale del proprio corpo in avanti.

Riflessione: Dall’affondo si ritorna in guardia, dalla frecciata no; se l’attacco non tocca, lo schermitore, prima di sorpassare l’avversario e portarsi fuori dalla sua portata,  è limitato nella sua attività di controdifesa dal grande impegno muscolare per ritrovare l’equilibrio del corpo.

 

 

 

Le categorie delle azioni

 

55 – Concetto: Numerose sono le metodologie di rapportarsi tecnicamente all’avversario perché diversi possono sono i presupposti tecnici relazionali.

Riflessione: Ciò testimonia la ricchezza della tecnica schermistica.

 

56 – Concetto: I colpi teorizzati nei trattati sono raggruppati in funzione della loro finalità, della loro natura, della loro origine e della loro modalità esecutiva. 

Riflessione: Ciò testimonia la complessità della teoria schermistica.

 

57 – Concetto: In base alle loro finalità le azioni possono essere di attacco, di difesa, di controffesa.

Riflessione: E’ il loro diretto scopo che le individua.

 

58 – Concetto: In base alla loro natura le azioni possono essere di prima o di seconda intenzione.

Riflessione: Nelle prime l’animus è quello di superare in prima istanza la barriera difensiva avversaria; nelle seconde rendere compiuta la difesa per costruirci sopra una controreazione tecnica.

59 – Concetto: In base alla loro origine le azioni possono essere a propria scelta di tempo o in tempo, ciò in riferimento alla configurazione spazio-temporale dell’avversario prodromica all’inizio del colpo.

Riflessione: Le prime risultano di più facile realizzazione, ma vedono l’avversario più preparato a recepirle; le seconde invece hanno una dinamica più vincolata, ma il movimento viene maggiormente nascosto e comunque la reazione antagonista, proprio perché la situazione non è statica, risulta di più difficoltosa realizzazione.

 

60 – Concetto: In base alla loro modalità esecutiva le azioni possono essere semplici o di finta.

Riflessione: Le prime si basano sulla velocità e quindi sull’effetto sorpresa, mentre le seconde sull’inganno, attirando la difesa su un bersaglio diametralmente opposto a quello di vera destinazione.

 

 

Tecnica schermistica

 

61 – Concetto: La caratteristica dominante della tecnica schermistica è quella di essere una scienza relazionale, appunto totalmente interdipendente da ciò che mette in campo l’avversario.

Riflessione: Non sono quindi importanti i valori assoluti, ma solo i valori relativi a quelli dell’avversario.

 

62 – Concetto: Da uno stesso presupposto tecnico messo in campo dall’avversario possono derivare differenti iniziative.

Riflessione: Lo schermitore è in possesso di un pur relativo libero arbitrio.

 

63 – Concetto: Non esiste un colpo perfetto in sé, ovvero un colpo che colpisce in quanto tale, immaginiamo ad esempio il cosiddetto colpo del Gonzaga-Never. In effetti ogni colpo ha sempre necessariamente la sua teorica contraria.

Riflessione: La tecnica schermistica è un dialogo, mai un monologo.

 

64 – Concetto: Lo schema del fraseggio schermistico è alquanto fisso; in effetti all’iniziativa di uno dei due contendenti l’altro oppone la cosiddetta contraria, alla quale il primo può rispondere con un’altra contraria e così via.

 Riflessione: In pedana si costruisce, si annulla e si risponde, si riannulla e si contro risponde, tutto ciò sino a quando qualcuno raggiunge un bersaglio o l’arbitro impone l’alt per Regolamento.

 

65 – Concetto: Le iniziative d’attacco dei due contendenti  possono anche essere talvolta concomitanti; ecco, a seconda delle specialità in cui si compete, che esse possono annullarsi reciprocamente oppure nella spada dar luogo al cosiddetto colpo doppio.

Riflessione: Nella teoria schermistica sussistono nelle diverse specialità diversi sbocchi tecnico-tattici per identici presupposti.

 

66 – Concetto: I due schermitori in guardia l’uno di fronte all’altro realizzano la cosiddetta alternanza prospettica, ovvero a identiche meccaniche esecutive di un colpo si configurano alternativamente uguali configurazioni simmetriche.

Riflessione: Due schermitori di mano diversa invece generano situazioni geometriche speculari.

67 – Concetto: I cosiddetti atteggiamenti con l’arma dell’avversario rendono possibile oppure impossibile la geometria di un colpo d’attacco.

Riflessione: Lo schermitore che assume un certo tipo di atteggiamento sa quindi a cosa potenzialmente si espone.

 

68 – Concetto: L’atteggiamento di invito consiste nella volontaria scopertura pur parziale di un proprio bersaglio.

Riflessione: Ottima trappola tecnica per gli ingenui!

 

69 – Concetto: L’atteggiamento di legamento consiste in un contatto con la lama antagonista tale da garantirne il dominio e il disallineamento della sua punta dal bersaglio.

Riflessione: La posizione del braccio armato garantisce il dominio, ma provoca indirettamente la scopertura del proprio bersaglio opposto al legamento stesso.

 

70 – Concetto: Il legamento può essere anche effettuato dall’avversario, configurando quindi per lo schermitore che lo subisce una situazione di sudditanza tecnica.

Riflessione: Le posizioni sono simmetricamente opposte a quelle di un proprio legamento.

 

71 – Concetto: L’atteggiamento può essere di cosiddetto ferro in linea, ovvero consistente nella completa naturale distensione in avanti del braccio armato.

Riflessione: Tale posizione costituisce una minaccia attiva ed è anche riconosciuta come prioritaria dalla Convenzione schermistica nella ricostruzione dell’azione; tuttavia si espone maggiormente agli interventi del ferro dell’avversario ed inoltre, essendo il braccio disteso, perde alquanto in mobilità.

 

72 – Concetto: Le varie tipologie di difesa col ferro sono condizionate dalla natura dei colpi realizzati dall’avversario.

Riflessione: L’attaccante sa quindi a cosa si espone.

 

73 – Concetto: La misura è lo spartito del fraseggio schermistico; un’oggettività (una distanza) che si realizza tramite due esigenze soggettive contrapposte (l’attacco e la difesa).

Riflessione: Tutto è innanzitutto misura.

 

74 – Concetto: La misura è composta dall’ambito spaziale in cui può avvenire il potenziale dialogo tra le due lame antagoniste e, successivamente, dalla residua distanza da percorrere per raggiungere il bersaglio avversario.

Riflessione: Prima si annichilisce la difesa, dopo si sferra il colpo.

 

75 – Concetto: Non si tocca l’avversario se è troppo distante, ma anche al contrario, se è troppo vicino.

Riflessione: Ogni sviluppo di colpo ha la necessità di disporre di un relativo spazio di manovra vitale.

 

76 – Concetto: Sulla pedana la velocità non dipende solo dalla potenzialità muscolare dello schermitore, ma è dovuta anche dalla posizione di partenza rispetto al bersaglio destinatario del colpo e dal tipo di tragitto percorso per raggiungerlo.

Riflessione: Lo schermitore esprime la sua massima velocità solo se osserva tutti questi fattori.

 

77 – Concetto: Lo schermitore combatte a due velocità, una assoluta quando sceglie di sorprendere con un’azione semplice di attacco la difesa avversaria e una relativa quando nelle sue iniziative provoca una preventivata reazione antagonista per costruirci sopra il suo vero attacco, vale a dire un’azione composta o un controtempo.

Riflessione: Sono due velocità di natura completamente diversa.

 

78 – Concetto: Il successo di un colpo d’attacco è legato alla scelta del momento più opportuno per dargli inizio.

Riflessione: Ne consegue che tra l’ideazione di un colpo e la sua realizzazione intercorra un certo periodo di attesa.

 

79 – Concetto: Le due lame, quando si interfacciano, possono avere un rapporto fugace oppure relazionarsi per un pur breve istante.

Riflessione: Della massima importanza è il modo d’impostare correttamente questo rapporto tra i ferri; in effetti, per questioni di principi fisici, si devono scegliere con attenzione i reciproci gradi della lama sia per le battute che, differentemente, per il legamento.

 

80 – Concetto: Non sono i cosiddetti gradi della lama a possedere le qualità di dominio, piuttosto i reciproci rapporti spaziali delle due leve rappresentate dai bracci armati dei due contendenti.

Riflessione: Nella scherma non ci deve essere magia, ma comprensione scientifica.

 

81 – Concetto: La meccanica di imbrigliamento del ferro avversario non vede solo come protagonista la lama, ma si realizza anche con il coacervo della coccia.

Riflessione: Il contatto realizzato in tal modo risulta più stabile e garantisce i giusti gradi di applicazione della lama.

 

82 – Concetto: Nella tecnica schermistica sussistono alcuni colpi con garanzie maggiori rispetto ad altri, tipo il cosiddetto filo, i fili preceduti da trasporto e l’opposizione di pugno sul finire del colpo.

Riflessione: Garanzie maggiori realizzate cercando il contatto con la lama antagonista al fine di tenerla sotto controllo o, per contro, di deviarla all’esterno dei propri bersagli. Tuttavia, come sempre accade nella teoria schermistica, non sono ovviamente da ritenersi garanzie assolute.

83 – Concetto: Una lama può rapportarsi attivamente con quella dell’avversario tramite i cosiddetti cambiamenti di legamento, trasporti e riporti.

Riflessione: Nell’attuale modo di interpretare la scherma non c’è spazio applicativo per queste meccaniche arcaiche; tuttavia esse risultano molto utili in lezione per incentivare e perfezionare il maneggio dell’arma.

 

84 – Concetto: Il sale di ogni colpo è la determinazione, ovvero, a prescindere dalla qualità esecutiva del gesto tecnico e dalla sua velocità, il valore aggiunto che conferisce autorità alla stoccata.

Riflessione: Questo principio di realtà è fondamentale per l’esito del colpo.

 

 

 

Prodromi dello scontro ed inizio match

 

85 – Concetto: Il saluto con l’arma, oltre ad essere un cortese atto formale, suggella l’accettazione della sfida sportiva. La stretta di mano dopo la conclusione del match onora l’avvenuto scontro.

Riflessione: Il gesto è antico, nobile, d’impegno e di correttezza.

 

86 – Concetto: La meccanica del saluto è funzione della situazione, ovvero l’arma viene indirizzata a sinistra e a destra solo in presenza di qualcuno.

Riflessione: In effetti un muro o una vetrata non possono rispondere al saluto!

 

87 – Concetto: La prudenza iniziale, tradotta spazialmente in un’appropriata misura, è doverosa, soprattutto allorquando non si hanno conoscenze pregresse circa l’avversario che si va ad affrontare.

Riflessione: Meglio aver paura che buscarne!

 

88 – Concetto: Lo studio dell’avversario è necessario prodromo alle decisioni tecniche che si vogliono poi razionalmente assumere.

Riflessione: L’osservazione e il cosiddetto scandaglio sono strumenti fondamentali a questo scopo.

 

89 – Concetto: Lo scandaglio, risolvendosi in movimenti di una certa costanza, può involontariamente suggerire all’avversario l’istante e il modo di organizzare un suo attacco.

Riflessione: Ne consegue che questo indispensabile strumento di indagine va utilizzato con la massima prudenza ed attenzione.

 

90 – Concetto: Gli iniziali dati  da acquisire sull’avversario sono – la generale percezione del rapporto tra la nostra e la sua velocità di spostamento del corpo e in specie del suo braccio armato – la sua eventuale metodologia di ricerca del nostro ferro – la sua istintualità difensiva e, se utilizza le parate, tramite quale tipologia ed eventuali successioni – che tipo di risposta lancia dopo la sua difesa col ferro – se ricorre alle uscite in tempo e con quale probabile cadenza.

Riflessione: Più informazioni si hanno, ovviamente, meglio è.

 

91 – Concetto: Lo stesso sviluppo dei primi colpi del match, andati o meno a segno, svelano le caratteristiche tecniche di ciascuno dei due schermitori.

Riflessione: La variazione del proprio gioco tecnico è quindi doverosa, al fine di cercare di confondere le idee all’avversario.

 

92 – Concetto: L’attività dello schermitore è bivalente nel senso che, magari cogitando un proprio attacco, deve invece subitaneamente difendersi da quello dell’avversario.

Riflessione: Lo schermitore deve essere sempre pronto e preparato a tutto.

 

 

 

Attacco

 

93 – Concetto: L’attacco ha i suoi indubbi vantaggi; in effetti l’avversario non sa il quando, non ne conosce le modalità ed il bersaglio finale.

Riflessione: Chi attacca, se lo fa in modo appropriato, gode quindi dell’effetto sorpresa.

 

94 – Concetto: Nelle armi cosiddette convenzionali l’attacco, se eseguito secondo i canoni prescritti, ha anche il bonus della precedenza nella ricostruzione dell’azione ai fini dell’attribuzione della stoccata.

Riflessione: Oltre la sorpresa si ha anche la precedenza.

 

95 – Concetto: L’attacco può essere inibito dall’avversario con una nutrita serie di differenti contrarie, cioè la difesa di misura – la difesa col ferro – l’uscita in tempo – la finta in tempo; quindi una vasta serie di ambientazioni tecniche di natura diversa.

Riflessione: Quindi, parlando di attacco, non è tutto oro quello che sembra luccicare!

 

96 – Concetto: L’attacco, in genere, esige l’utilizzo minimo dell’affondo o quello della cosiddetta frecciata; nel primo caso l’attaccante è costretto ad abbassarsi  notevolmente davanti all’avversario; nel secondo addirittura impegna tutto il suo corpo in un gesto estremo senza ritorno in guardia.

Riflessione: L’oro di cui sopra brilla ancor meno!

 

97 – Concetto: Questa volta sotto forma di legittima domanda. E’ meglio quindi attaccare o difendersi?

Riflessione: Non ci può essere una risposta di natura assoluta; dipende dal rapporto di valore esistente tra i due contendenti – dipende da esigenze tattiche quale ad esempio la necessità di alternare i propri colpi – dipende da cosa si concedono i due contendenti – dipende dall’evolversi del punteggio nel match – dipende dalle scelte e convinzioni personali e quant’altro.

 

98 – Concetto: Lo schermitore che attacca in modo continuo rinuncia in partenza al pieno effetto sorpresa.

Riflessione: In tal modo si facilita la difesa dell’avversario.

 

99 – Concetto: Non è consigliabile effettuare due attacchi uguali a breve distanza di tempo.

Riflessione: Il primo, che sia o meno andato a segno, ha senz’altro messo sull’avviso l’avversario.

 

100 – Concetto: Attaccare nel fioretto e nella sciabola non significa solo spostare il proprio corpo in avanti sulla pedana, né tantomeno, sotto l’ottica della Convenzione schermistica, avanzare per primo.

Riflessione: L’attacco è una determinazione tecnica ben configurata da realizzare secondo i prescritti canoni.

 

101 – Concetto: Attaccare significa determinarsi ad iniziare un fraseggio schermistico – una propria superiore velocità può indurre ad un cosiddetto attacco semplice per colpire direttamente l’avversario, anticipandone la difesa – il timore di essere preda di una o più parate dell’antagonista deve indurre ad un cosiddetto attacco composto col fine di eluderle – una prevedibile uscita in tempo avversaria deve necessariamente indurre all’applicazione del meccanismo del cosiddetto controtempo.

Riflessione: L’attacco deve andare tecnicamente ad incastrasi perfettamente con la presunta e probabile difesa che l’antagonista metterà in campo.

102 – Concetto: L’attacco si realizza in conformità all’atteggiamento che l’avversario tiene con il suo braccio armato.

Riflessione: Si può agire direttamente sull’avversario con la cosiddetta botta dritta, se un suo bersaglio risulta scoperto – con la cosiddetta cavazione, se il nostro ferro è sottoposto ad un legamento avversario – con la cosiddetta la battuta e colpo, se l’antagonista concede il suo ferro – con il cosiddetto filo, se l’attaccante è riuscito ad instaurare un valido legamento sul ferro avversario.

 

103 – Concetto: La botta dritta, il primo colpo che viene insegnato alle nuove leve, risulta di rara applicazione durante l’assalto.

Riflessione: Lo schermitore, spesso anche di una certa maturità, presume solo di conoscere questa elementare meccanica.

 

104 – Concetto: Nell’esecuzione della cavazione lo svincolo del ferro dal legamento antagonista deve far percorrere alla punta una spirale in avanti.

Riflessione: In effetti è il minor tragitto tra la sua posizione iniziale ed il bersaglio avversario.

 

105 – Concetto: Nell’esecuzione della battuta e colpo camminando è consigliabile intervenire sul ferro antagonista unitamente all’inizio del passo in avanti.

Riflessione: In tal modo si contrae l’azione di un tempo tecnico.

 

106 – Concetto: Nell’esecuzione del filo è auspicabile l’utilizzo della cosiddetta opposizione di pugno al fine di deviare all’esterno dei nostri bersagli la punta dell’avversario.

Riflessione: La dinamica del colpo, sia per il dominio del ferro avversario, sia per l’angolo al polso offre le più ampie garanzie.

 

107 – Concetto: Se l’attacco portato è composto, inizialmente la finta deve far spostare ingannevolmente il ferro antagonista in una direzione, per poi sfuggire all’intercettamento tramite un acconcia elusione e portare finalmente il colpo sul bersaglio in genere opposto.

Riflessione: Il meccanismo è più complesso perché, chiamando in causa la reazione antagonista, l’attacco viene scisso in tre distinti tempi tecnici, la finta – l’elusione – il raggiungimento del bersaglio.

 

108 – Concetto: La finta ha lo scopo tecnico di ingannare la difesa dell’antagonista, attirandola in uno spazio addirittura opposto rispetto a dove si congettura di impattare il bersaglio.

Riflessione: Ne consegue che la finta, al fine di poter svolgere il ruolo centrale che le viene assegnato, deve essere la più verace possibile; ossia deve possedere tutte le caratteristiche del colpo simulato, tranne ovviamente la sua esecuzione.

 

109 – Concetto: Se si decide di eseguire un’azione con finta, non si deve temere più di tanto la parata dell’avversario in quanto questa fa parte della dinamica dell’azione che abbiamo scelto.

Riflessione: Tra l’altro, facendo avanzare la nostra punta verso l’antagonista, dopo la cogitata elusione della sua parata, l’avremmo posizionata il più vicino possibile al bersaglio di destinazione e quindi saremmo più veloci per raggiungerlo al più presto.

 

110Concetto: Lo strumento delle azioni con finta rappresenta un flessibile ed utile strumento a disposizione dello schermitore.

Riflessione: Esse risolvono, almeno in teoria, il problema del non riuscire a prevaricare l’avversario con le sole azioni semplici oppure può anche servire ad alternare la propria condotta tecnica durante il match.

 

111 – Concetto: Ogni azione semplice può essere fintata.

Riflessione: Ulisse ne sarebbe contento!

 

112 – Concetto: Nello sviluppo della cosiddetta battuta e cavazione (o circolata) è già la percussione subita dal ferro che induce l’avversario alla realizzazione della parata.

Riflessione: L’allungamento del braccio armato risulta superfluo, per cui si può effettuare più agilmente l’elusione del ferro antagonista a braccio piegato e distenderla alfine solo per la stoccata finale sul bersaglio.

 

113 – Concetto: Addirittura l’azione può anche contemplare due finte in opposizione anche a diverse tipologie di parate; se si considera che i maggiori bersagli sono quattro, ne consegue che il numero totale delle possibili azioni schermistiche è alquanto esteso.

Riflessione: Anche Euclide si soffermerebbe ad ammirarne estasiato lo sviluppo spaziale!

 

114 – Concetto: I trattati si fermano alla teorizzazione della doppia finta e non vanno oltre in quanto, almeno in linea teorica, si potrebbe continuare con le finte ad libitum; ma soprattutto perché, allungando troppo i tempi tecnici del colpo, si aprirebbero troppi varchi ai colpi di arresto dell’avversario.

Riflessione: Nella scherma il concreto, il pragmatico, il veloce rappresentano un valore portante.

 

115 – Concetto: Per attaccare un avversario che fa presagire un’uscita in tempo la teoria schermistica elabora il meccanismo del controtempo – il tutto esordisce con la simulazione di un proprio attacco – si attende l’uscita in tempo messa in preventivo – si interviene su di essa come già cogitato – si tira finalmente il proprio colpo finale.

 Riflessione: O si applica il controtempo o è meglio non attaccare in modo diretto l’avversario per non cadere nella sua trappola tecnica.

 

116 – Concetto: Nel controtempo il proprio finto attacco deve essere addirittura realizzato in modo imperfetto e/o titubante in modo tale da sollecitare ancor di più le tendenze ad uscire in tempo dell’antagonista.

Riflessione: Lo schermitore deve essere anche un attore!

 

117 Concetto: Il controtempo realizza una specie di imbuto tecnico concettuale dove viene attirata la lama dell’avversario per diventare preda di un approntato agguato; in fin dei conti si delimita e si circoscrive il libero arbitrio di schermitore.

Riflessione: Utilitaristico è il tentativo di ridurre l’alea costituita dall’imprevedibilità della reazione difensiva antagonista.

 

118 – Concetto: Per mascherare il proprio attacco lo schermitore può ricorrere al cosiddetto traccheggio.

Riflessione: Anziché partire da fermo, è proficuo distrarre l’avversario con ingannevoli movimenti tecnici uniti ad una  sfalsata tempistica di spostamento; quasi un’ipnosi.

 

119 – Concetto: Il cosiddetto attacco di contropiede è molto proficuo.

Riflessione: In effetti si cerca di aggredire l’avversario nel preciso istante in cui, esaurito senza esito il suo attacco, sta riguadagnando la posizione di guardia con l’impiego quindi di gran parte del suo corpo, sottraendo di conseguenza potenzialità alla sua controparata.

120 – Concetto: La Convenzione schermistica può essere ottimamente sfruttata quando, accorgendosi che l’avversario sbagliando tira sul nostro tirare, ci si può affidare ad un attacco semplice, concentrandosi debitamente sul bersaglio.

Riflessione: Il nostro avversario farebbe meglio a fare spada!

 

 

 

Difesa

 

121 – Concetto: La difesa ha due obiettivi, uno di minima di non farsi raggiungere dalla lama dell’avversario, uno conseguenziale di poter approfittare della situazione per contraccambiare il colpo.

Riflessione: Lo schermitore deve fare di tutto per pareggiare le opportunità statistiche di stoccata.

 

122 – Concetto: Lo schermitore si può difendere – arretrando e portandosi fuori della gittata dell’attacco – deviando il ferro antagonista con il proprio – utilizzando in contemporanea queste due metodologie – realizzando un’uscita in tempo- realizzando una finta in tempo.

Riflessione: Un attacco può essere accolto con numerose e differenti modalità.

 

123 – Concetto: Un elemento fondamentale prodromico della difesa è costituito dal riuscire ad imporre la propria misura all’avversario, ciò al fine di poter percepire l’attacco antagonista, di poter cogitare la difesa e infine avere il tempo necessario per attuarla.

Riflessione: La misura è sicurezza.

124 – Concetto: La tipologia delle parate è variegata; figurano parate semplici, parate di contro, parate di mezza contro, parate di ceduta.

Riflessione: Lo schermitore ha a disposizione una multiforme ragnatela difensiva.

 

125 – Concetto: Il contatto tra i ferri in occasione della parata può risolversi in una percussione o in un contatto più prolungato.

Riflessione: Nel primo caso la risposta sull’avversario può configurarsi ovviamente solo al cosiddetto distacco; invece nel secondo il difensore può anche optare per una risposta di cosiddetto filo.

 

126 – Concetto: La difesa migliore nel corso dello scontro è quella di alternare nel tempo, senza apparente cadenza, le varie metodologie appena esposte.

Riflessione: In effetti in tal modo non si danno riferimenti fissi all’avversario per l’impostazione del suo attacco.

 

127 – Concetto: Il solo alternare le parate semplici a quelle di contro crea notevoli intralci alla costruzione di un attacco composto da parte dell’avversario. Riflessione: In effetti per eludere una parata semplice è necessario realizzare una cavazione, mentre per eluderne una di contro occorre una circolata; i movimenti, essendo tra loro relativi, per essere utili devono essere specifici.

 

128 – Concetto: Più si riesce a ritardare la propria parata, più si riesce a smascherare un’eventuale azione di finta dell’avversario

Riflessione: La parata va effettuata né troppo presto né, ovviamente, troppo tardi.

 

129 – Concetto: La parata di ceduta va effettuata solo sul finire del filo dell’avversario.

Riflessione: In effetti, se anticipata, proprio per la meccanica del colpo, facilita addirittura la stoccata antagonista.

 

130 – Concetto: La risposta, lanciata dopo una riuscita parata, è la giusta vendetta dell’attaccato.

Riflessione: E’ un’occasione assolutamente da non perdere.

 

131 – Concetto: Più la difesa col ferro è stata realizzata in condizioni ottimali, più la successiva risposta ha probabilità di giungere felicemente a bersaglio.

Riflessione: Misura e postura del braccio armato in sede di parata risultano fondamentali per il successivo colpo di rimando.

 

132 – Concetto: Una risposta può essere diretta, ma può anche essere fintata.

Riflessione: Nella teoria schermistica, in effetti, ogni colpo può essere solo fintato.

 

133 – Concetto: Una risposta può essere effettuata a tempo falso.

Riflessione: Si tratta di una valida alternativa alla risposta con finta, ottenuta rallentando artatamente la velocità della risposta al fine di veder sfilare vanamente l’eventuale controparata dell’avversario.

 

134 – Concetto: Per neutralizzare un attacco portato dall’avversario con una stoccata di fuetto è necessario chiudere misura per soffocarla spazialmente.

Riflessione: Altrimenti, grazie alla meccanica del colpo, aggirerebbe in modo beffardo la parata col ferro oppostagli.

 

135 – Concetto: L’uscita in tempo, anticipando o intervenendo meccanicamente sul colpo antagonista, ne inibisce il pieno sviluppo, mentre in contemporanea permette all’attaccato di colpire l’attaccante.

Riflessione: Concetto alquanto ardito e affascinante, che tra l’altro riesce a contrarre il colpo in un solo tempo tecnico, rispetto ai due di una difesa col ferro.

 

136 – Concetto: La tipologia di uscita in tempo viene direttamente suggerita dalle modalità di attacco dell’avversario.

Riflessione: In effetti essa, intervenendo specificatamente sulla meccanica realizzata dall’avversario, ne impedisce il pieno espletamento.

 

137 – Concetto: Il cosiddetto semplice tirare sul tirare non configura nessuna uscita in tempo.

Riflessione: Nella spada può avere la finalità di ottenere il colpo doppio; invece nelle armi convenzionali configura un errore concettuale, che si può pagare caro.

 

138 – Concetto: Se l’uscita in tempo eseguita nel fioretto e nella sciabola non riesce a preservare chi la esegue dal colpo tirato dall’antagonista, si perde senza alcuna discussione la stoccata.

Riflessione: Questa è la Convenzione.

 

139 – Concetto: E’ necessario non confondere il colpo d’arresto convenzionale, che in quanto tale deve precedere di un tempo schermistico la conclusione di un’azione composta dell’antagonista, con il colpo d’arresto nella specialità della spada, che si basa invece esclusivamente su una letterale precedenza temporale.

 Riflessione: Fioretto e sciabola alla convenzione, spada al cronometro!

 

140 – Concetto: I trattati parlano di cavazione in tempo, ma non tengono conto che un ferro può anche essere ricercato da un legamento effettuato di contro.

Riflessione: E’ più esaustivo quindi parlare di elusione in tempo, una cavazione opposta ad una ricerca del ferro semplice e una circolata opposta invece ad una ricerca di contro.

 

141 – Concetto: Le schivate, la cosiddetta inquartata e la cosiddetta passata sotto, sono basate sul fatto di sottrarre il bersaglio alla prescelta traiettoria d’attacco dell’antagonista; l’arma viene invece lasciata in linea per impattare sua sponte sull’avanzante antagonista.

Riflessione: Idea molto utilitaristica ed anche spettacolare!

142 – Concetto: La cosiddetta contrazione è un’uscita in tempo alquanto omnibus in quanto, approfittando di un acconcio angolo al polso, si può eseguire sulla parte finale della quasi totalità degli attacchi dell’avversario.

Riflessione: Miracolo del principio del cuneo mutuato dalla Fisica!

 

143 –  Concetto: Tutte le azioni schermistiche sono esaltate dalla giusta scelta del tempo e dalla giusta misura; in specie le uscite in tempo, mal eseguite a questo riguardo, addirittura spalancano le porte alla stoccata dell’avversario.

Riflessione: Tutto deve funzionare al millisecondo e al micron!

 

144 – Concetto: La cosiddetta finta in tempo è l’unico mezzo difensivo a disposizione di colui che viene attaccato in controtempo dall’avversario.

Riflessione: E’ una vera e propria versione pirandelliana della tecnica schermistica!

 

 

 

Il corpo a corpo

 

145 – Concetto: Essendo divenuto il combattimento ravvicinato una componente statisticamente rilevante nello svolgimento del match, è vantaggioso il saperlo affrontare adeguatamente.

Riflessione: Basterebbe legiferare in modo acconcio per non far degenerare il fraseggio schermistico!

 

146 – Concetto: Nel corpo a corpo il problema  consiste nell’accorciare il braccio armato, la cui lunghezza è divenuta superiore alla misura intercorrente con il bersaglio valido dell’avversario.

Riflessione: Reattività alla situazione a parte, la meccanica consiste nel fruire sia della flessione delle articolazioni del corpo, sia della postura generale nei confronti dell’avversario.

 

147 – Concetto: La rimessa o il cosiddetto secondo colpo devono quasi essere un riflesso condizionato dopo la percezione dell’attacco andato a vuoto e della successiva riduzione di spazio.

Riflessione: L‘opzione tra le due diverse soluzioni tecniche dipende dal rapporto posturale che si è venuto a configurare tra i due schermitori.

148 – Concetto: Venutasi a creare una situazione di corpo a corpo, mai cercare di allontanarsi dall’avversario per vibrare più comodamente il colpo.

Riflessione: In effetti chi si allontana, magari sbilanciandosi, deve in parallelo colpire, mentre colui che è restato immobile deve solo cercare di portare il colpo.

 

149 – Concetto: Nelle armi convenzionali non è ammessa la manifesta chiusura nei confronti dell’avversario per impedire la risposta dopo una difesa col ferro, parata o controparata che sia.

Riflessione: Inutile prendersi un’ineluttabile e giusta sanzione!

 

150 – Concetto: Nella specialità realista della spada, a condizione che non sia violenta, è ammessa la chiusura nei confronti dell’avversario per impedirgli una risposta.

Riflessione: Per i triangolari si configura quindi una speciale metodologia difensiva.

 

151 – Concetto: La ricerca di un intenzionale corpo a corpo, ovviamente regolamentare nel fioretto e nella sciabola, può costituire una vantaggiosa scelta tattica per lo schermitore di marcata minore altezza rispetto all’avversario in quanto più reattivo e più mobile.

Riflessione: Si configura quindi una speciale tipologia d’attacco.

 

 

 

La specialità della spada

 

152 – Concetto: Le regole del combattimento si richiamano esclusivamente alla realtà del terreno; quindi precedenza temporale del colpo e bersaglio esteso a tutto il corpo, addirittura materiale compreso.

Riflessione: La spada è configurata come specialità più prossima al duello reale.

 

153 – Concetto: E’ teorizzata la cosiddetta guardia di terza, postura che contemporaneamente preserva la propria linea esterna e, indirizzando la propria punta sulla linea direttrice, minaccia il bersaglio avanzato interno dell’avversario.

Riflessione: Una difesa minacciosa!

 

154 – Concetto: Lo spadista, come del resto lo sciabolatore, deve impostare la propria misura in funzione del bersaglio a cui premedita di indirizzare il colpo, cioè o ai bersagli avanzati o al tronco del corpo.

Riflessione: Ogni bersaglio ha la sua specifica spazialità, al fine di essere raggiunto più agilmente.

 

 

155 – Concetto: Una marcata differenza di lunghezza del braccio armato non può non influire sulle rispettive scelte tecniche dei due contendenti.

Riflessione: In effetti ferro libero o presa di ferro con filo sono le due soluzioni tattiche alternative.

 

156 – Concetto: La lunghezza del braccio armato si può incrementare artificialmente mediante l’utilizzo del cosiddetto manico francese.

Riflessione: Ci sono pro e contro!

 

157 – Concetto: I bersagli avanzati hanno il grosso vantaggio di essere molto più prossimi alla punta dell’attaccante; la situazione è però controbilanciata dalla maggiore difficoltà di colpire la loro esigua superficie.

Riflessione: Anche in questo caso ci sono pro e contro!

 

158 – Concetto: Uno schermitore di braccio marcatamente più corto rispetto a quello dell’avversario, tirando ai bersagli avanzati, si avvantaggia spazialmente in modo clamoroso nel caso in cui l’antagonista invece prediliga il bersaglio grosso.

Riflessione: Il colpo indubbiamente realizza un pur rischioso equalizzatore di fisicità.

159 – Concetto: Se gli impatti delle due punte sono contenute nel prescritto intervallo di tempo, allora avviene la registrazione del cosiddetto colpo doppio, lo storico colpo delle due vedove.

Riflessione: Una situazione tattico-strategica a doppio taglio, che deve essere gestita accuratamente nelle due ottiche di interesse contrapposto.

 

160 – Concetto: La precisione di punta, necessaria per tirare agli esigui bersagli avanzati, è di fondamentale importanza per i triangolari.

Riflessione: Non è una dote naturale, ma è solo il risultato di un idoneo utilizzo del braccio armato e di un continuo esercizio pregresso.

 

161 – Concetto: Lo spadista, ricorrendo all’arresto, non deve necessariamente tirare il colpo, ma  può, distendendo il braccio in avanti e magari garantendo il proprio bersaglio con un’adeguata opposizione di pugno, lasciare la punta sull’opportuna linea in attesa dell’impatto provocato dall’avanzamento dell’avversario.

Riflessione: In tal modo si facilita enormemente la precisione di punta e in contemporanea si cerca di salvaguardare il proprio bersaglio minacciato.

162 – Concetto: La cosiddetta riunita allontana il proprio bersaglio grosso dalla punta dell’avversario e in contemporanea permette di elevare nello spazio la propria linea di arresto al di sopra di quella di attacco dell’avversario.

Riflessione: Non è da sottovalutare la controindicazione di questa postura nel  caso di assenza di stoccata; in effetti rende più difficoltosa la gestione di un eventuale corpo a corpo venutosi a creare.

 

 

La specialità della sciabola

 

163 – Concetto: La modalità di poter utilizzare la lama per portare la stoccata e soprattutto il fatto che nella sciabola sono effettuabili solo le parate semplici, rende più difficoltoso difendersi; da qui l’indubbio vantaggio che statisticamente induce lo sciabolatore a prediligere l’attacco rispetto alla difesa.

Riflessione: Ciò è tecnicamente indiscutibile!

 

164 – Concetto: Visti gli indiscutibili vantaggi dell’attacco, l’iniziativa risulta quindi  una proficua priorità tattica.

Riflessione: Sull’ A voi dell’arbitro lo sciabolatore deve aver già deciso quale azione mettere subito in campo.

 

165 – Concetto: La velocità, non solo esecutiva, ma anche decisionale riveste vitale importanza.

Riflessione: La sciabola è un attimo fuggente!

 

166 – Concetto: Più l’azione sviluppata in attacco è tecnicamente semplice, più avrà la precedenza nella ricostruzione da parte dell’arbitro rispetto ad una partenza apparentemente simultanea dei due contendenti.

Riflessione: La verità sta nel semplice!

 

 

 

Miscellanea

 

167 – Concetto: Un mancino non è un marziano!

Riflessione: Le azioni che si possono eseguire su un mancino sono le stesse di quelle sul destro; cambia una sola cosa, si ribalta il bersaglio dove finisce il colpo.

 

168 – Concetto: Non è possibile non riuscire a capire cosa fare contro un mancino!

Riflessione: Basta fare le stesse, precise azioni da lui eseguite; vige la specularità.

 

169 – Concetto: Le cosiddette azioni ausiliarie hanno un loro specifico campo di applicazione, appunto quello della relativa sorpresa che intendono mettere in campo in alternativa a quelle più comuni.

Riflessione: Un cosiddetto sforzo, un disarmo, una ripresa d’attacco od altro, possono avere una loro pur saltuaria vantaggiosa applicazione.

 

170 – Concetto: Gli errori commessi durante il match vanno tenuti a mente e, ovviamente con l’ausilio del proprio maestro, vanno studiati, razionalizzati e possibilmente eliminati quando si ritorna in sala.

Riflessione: L’errore, se studiato e sviscerato in modo opportuno, costituisce una fonte di possibile miglioramento.

 

171 – Concetto: Lo schermitore, ovviamente in relazione alla sua età, deve essere un ottimo conoscitore del Regolamento.

Riflessione: In tal modo, se di caso e con le dovute maniere, egli sarà in grado di perorare la propria contestazione con cognizione di causa.

 

172 – Concetto: Meno si interloquisce polemicamente con l’arbitro, meglio è.

Riflessione: In ogni match ci sono alcune situazioni del combattimento, magari poco chiare, affidate alla sua interpretazione; meglio non innescare scontri tra personalità; comunque è diritto dello schermitore chiedere educatamente le motivazioni circa le decisioni prese.

 

173 – Concetto: La perfetta funzionalità del proprio equipaggiamento, in primis delle armi, è condizione necessaria per non lasciar nulla al caso nello scontro con l’avversario.

Riflessione: Lo schermitore, appoggiandosi al tecnico di sala, deve prestare la massima cura all’efficienza della propria attrezzatura o dotarsi di un set per la manutenzione delle armi.

 

174 – Concetto: In certi casi l’onestà intellettuale dello schermitore dovrebbe portare al cosiddetto touché, accusando all’arbitro un colpo ricevuto nelle armi convenzionali oppure, con lo stesso spirito, rifiutando ad esempio un colpo di spada finito per terra e non rilevato.

Riflessione: Non tutti lo fanno, solo i campioni, che magari non hanno vinto nulla nella loro storia agonistica.

 

 

 

L’interiorità

 

175 – Concetto: L’emotività può costituire un prezioso combustibile comportamentale.

Riflessione: Lo schermitore deve essere sapientemente guidato e allenato a saper gestire al meglio la sua interiorità.

 

176 – Concetto: Il sapersi concentrare non solo porta alle scelte tecniche più opportune per riuscire a toccare l’avversario, ma in parallelo, occupando la mente sul da farsi, distoglie di conseguenza lo schermitore dall’emotività di segno negativo.

Riflessione: Quindi aumenta a dismisura la prestazione dello schermitore.

 

177 – Concetto: La caparbietà è una preziosissima ruota di scorta nelle avverse vicende di pedana.

Riflessione: E’ proprio vero che non si perde sino a quando si è raggiunti dall’ultima stoccata che fa vincere l’avversario!

 

178 – Concetto: La lucidità mantenuta durante tutto lo svolgersi del match è per lo schermitore un bene primario.

Riflessione: La scherma, essendo una disciplina razionale, necessita di una poderosa partecipazione mentale.

 

179 – Concetto: Lo schermitore deve sempre ragionare, ma solo sino ad una certa soglia.

Riflessione: Speculativo sì, ma cum iudicio!

 

180 – Concetto: Talvolta lo schermitore si deve anche abbandonare al proprio istinto.

Riflessione: …talvolta!

 

181 – Concetto: E’ doveroso apprendere l’arte di saper trasformare l’energia negativa, generatasi da un colpo sfortunato o ancor peggio da una ricostruzione errata dell’arbitro, in energia positiva.

Riflessione: E’ un vantaggioso e proficuo riciclaggio di energia interiore.

 

182 – Concetto: Il valore di uno schermitore deve innanzitutto essere espresso dalla sua continuità, ovvero dal fatto che, tendenzialmente, riesca sempre a battere gli avversari sotto il suo livello, talvolta quelli di livello superiore e sconfiggere con buona lena quelli alla propria portata.

Riflessione: Lo schermitore deve tendere ad essere regolare.

 

183 – Concetto: Dovendo affrontare un avversario blasonato è del tutto assurdo concedergli anche il vantaggio di un timore reverenziale.

Riflessione: Ci sarebbe allora più da preoccuparsi allorquando tocca a noi vincere per forza affrontando un avversario più debole!

 

184 – Concetto: Chi sbandiera il fatto di sacrificarsi durante gli allenamenti, ammette di utilizzare la scherma per propri fini, anteponendoli al piacere di praticarla.

Riflessione: Allora smetta di fare scherma!

 

185 – Concetto: Non esiste uno schermitore che ha sempre e solo vinto.

Riflessione: Laonde per cui è necessario saper perdere.

 

186 – Concetto: Una vittoria, anche se molto importante, va vissuta solo come una tappa della propria vita agonistica.

Riflessione: Ogni gara deve essere punto e a capo; conviene anche per quelle non andate  troppo bene!

 

187 – Concetto: Si parla della paura di vincere; se si pensa, più plausibilmente, a quella di perdere, allora è proprio finita!

Riflessione: Tira e basta!

 

188 – Concetto: Quando si comincia il maestro si ascolta; in seguito con il maestro si dialoga; a un certo punto devi istruirlo tu sulle tue necessità e gusti tecnici.

Riflessione: Lo schermitore veramente maturo deve essere un’entità pensante, aperta all’esterno, ma comunque pienamente autonoma.

 

 

 

La tattica

 

189 – Concetto: Lo schermitore deve trasferire sulla pedana i precetti della teoria schermistica dal mondo delle idee al combattimento con l’avversario.

Riflessione: Ne consegue che è necessario conoscere in modo ottimale questi precetti, penetrandone anche i principi geometrici e fisici che sottendono le varie posture e colpi.

 

190 – Concetto: La finalità della tattica schermistica è quella di rinvenire l’idonea contraria da realizzare per riuscire a mettere validamente la stoccata sull’avversario di turno.

Riflessione: La scherma è come un gioco ad incastro!

 

191 – Concetto: La ricerca della contraria inizia con la preconoscenza o lo studio dell’avversario circa le sue abitudini e propensioni tecniche.

Riflessione: Gli strumenti idonei sono l’osservazione e il cosiddetto scandaglio.

 

192 – Concetto: I singoli avversari possono essere catalogati in categorie in relazione alle loro caratteristiche fisiche e tecniche comuni.

Riflessione: In tal modo lo schermitore velocizza e semplifica la ricerca della sua contraria.

 

193 – Concetto: Un’idonea ambientazione spazio – temporale del colpo è il giusto prodromo per il suo successo.

Riflessione:  Sulla pedana vige il principio di realtà.

 

194 – Concetto: L’essere riusciti ad attivare la segnalazione della propria stoccata è importante, ma non vincolante; in effetti non è detto che una stoccata che arrivi sul bersaglio sia tatticamente corretta, come del resto una che invece non arrivi a buon fine sia errata.

Riflessione: Ogni colpo in effetti ha la sua storia, che va analizzata criticamente.

 

 

Strategia

 

195 – Concetto: Lo schermitore deve sviluppare la capacità di analisi dei dati che scaturiscono dalle varie fasi del match.

Riflessione: Tale analisi lo deve portare a leggere tecnicamente la proposizione dei colpi e, se di caso, a variare il suo gioco in funzione delle mutevoli situazioni di pedana.

 

196 – Concetto: Lo scontro sulla pedana può essere pilotato maggiormente da uno dei due contendenti, nel senso di riuscire ad imporre un proprio gioco tattico, facendolo quindi subire all’avversario

Riflessione: Meglio condurre i giochi!

 

197 – Concetto: L’ambito temporale e quello spaziale stabiliti dal Regolamento, unitamente a quello situazionale, offrono numerose opportunità di natura non tecnica per portare a buon fine il confronto con l’avversario.

Riflessione: Lo schermitore deve necessariamente fruire del valore aggiunto denominato strategia.

 

198 – Concetto: Un vantaggio nel punteggio, qualsiasi sia la sua entità, va messo in relazione con il tempo regolamentare residuo previsto per la conclusione del match.

Riflessione: La non belligeranza può portare alla vittoria finale.

 

199 – Concetto: Il valore delle prime stoccate messe a segno può diventare di fondamentale importanza per l’impostazione del proseguo del match; ciò maggiormente nella specialità della spada.

Riflessione: L’esordio dell’incontro rappresenta un istante topico da tener in debita considerazione.

 

200 – Concetto: Non è conveniente dare all’avversario riferimenti costanti, sia in attacco e ancor più in difesa.

Riflessione: Una virtù indotta dello schermitore deve essere l’imprevedibilità.

 

201 – Concetto: Ogni centimetro a disposizione sulla pedana riveste potenzialmente una grandissima importanza strategica per lo svolgimento del fraseggio.

Riflessione: Mai cedere terreno con leggerezza.

 

202 – Concetto: L’intera pedana è costituita dalla sommatoria di particolari luoghi, caratterizzati da ciò che in essi lo schermitore può o non può più progressivamente fare o è costretto a fare, sino alla linea di fine pedana.

Riflessione: E’ necessario tener sempre presenti le reciproche potenziali possibilità tecniche a disposizione dei due contendenti in funzione del punto della pedana in cui ci si trova, naturalmente anche a parti invertite.

 

 

 

Allenamento

 

203 – Concetto: Ci sono numerose tipologie di lezione con il maestro.

Riflessione: Svariate sono le ottiche allenanti.

 

204 – Concetto: C’è la lezione conoscitiva che progressivamente costruisce il bagaglio tecnico.

Riflessione: Con il progredire dell’età si devono fornire progressivi approfondimenti e spiegazioni per una maggiore e più consapevole conoscenza di tutte le posture e di tutti i colpi.

 

205 – Concetto: C’è la lezione allenante, che tende a specificare e migliorare il gesto tecnico tendendo a velocizzarlo e a renderlo fluido al massimo.

Riflessione: Senza fine!

 

206 – Concetto: C’è la lezione tattica e strategica, con i relativi fini derivati.

Riflessione: Schemi su schemi!

 

207 – Concetto: C’è la lezione assaltata, dove il maestro diventa aggressivo e imprevedibile.

Riflessione: Un’indotta realtà di pedana!

 

208 – Concetto: Gli esercizi in sala con i compagni, a metà strada tra la lezione ed il libero assalto, rappresentano una tappa determinante nella costruzione iniziale dello schermitore.

Riflessione: Un ibrido situazionale da modellare con infinite modalità caso per caso.

 

209 – Concetto: Gli assalti controllati e commentati in presenza del maestro rappresentano una grande e indotta opportunità di crescita tecnica – tattica e strategica.

Riflessione: In realtà vengono a configurare un estemporaneo e pubblico esame di coscienza tecnica!

 

210 – Concetto: Gli assalti condizionati, ovvero riprodotti con un piede sulla linea di limite dietro o con il tempo regolamentare in prossima scadenza, costituiscono fondamentali riproduzioni virtuali di specifiche situazioni di gara.

Riflessione: Nel match valgono come preconfezionato déjà vu.

 

211 – Concetto: La preschermistica con le sue pressoché infinite configurazioni e concatenazioni costituisce un validissimo apporto fisico-tecnico sia per la formazione, sia per il mantenimento della cosiddetta forma.

Riflessione: E’ faticosissima, ma fa molto bene!

 

 

 

Conclusioni

 

       Eccoci giunti alla fine del nostro cammino: sfogliando idealmente le pagine di un trattato di scherma, ho profuso tutti i miei sforzi per cercare di estrarre di rigo in rigo, di figura illustrativa in figura illustrativa ciò che rappresenta, a mio parere, l’insieme dei concetti tecnici che costituiscono le colonne portanti di tutta la nostra disciplina; da buona ape operosa ho quindi cercato di posarmi su ogni postura, su ogni colpo di attacco o difensivo e su ogni traiettoria di lama o bersaglio connesso.

       Dalla mia esperienza personale, prima di atleta e poi di insegnante, ho parimenti cercato di attingere tutti i concetti dei risvolti tattici e strategici di pedana, tutte le particolarità delle varie contingenze e tutte le ambientazioni di contorno alla prestazione dello schermitore, comprese quelle di carattere interiore della personalità.

       Dalla mia lunga attività di divulgatore e ricercatore ho derivato concetti ed essenze del tutto diverse e complementari rispetto a quelle citate in precedenza.

       La mia presunzione non mi spinge certo a considerare questo mio sforzo come esaustivo rispetto a tutta la potenziale materia di lavoro; come è mio costume, rubrico il mio sforzo alla guisa di stimolo e di ricerca personale del lettore quindi, idealmente, lascio numerose pagine in bianco in calce a questo mio scritto.

       Tutto ciò al fine di cercare di comprendere appieno l’Esprit della scherma.