Botticelli, la bellezza


 

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Questo è il presunto autoritratto di Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi,

noto come Sandro Botticelli

E cosa c’entrano le opere di un pittore con la scherma? C’entrano, c’entrano!

Se la pittura è arte, arte è anche la scherma: l’estetica di una bella guardia o l’eleganza di una circolata ben fatta non sono anch’esse arte?!

E allora nutriamo questo amore per la bellezza: io ho la fortuna di abitare a Firenze e in un quarto d’ora (code alla biglietteria a parte) sono davanti alle opere del Botticelli …e se non è bellezza questa!

…e che storia romantica:

Simonetta Vespucci, nata Cattaneo  a Porto Venere nel 1453, fu una nobildonna italiana, tra le più note del  Rinascimento.

Nell’aprile del 1469, quando aveva appena sedici anni, andò incontro al giovanissimo sposo Marco Vespucci, un cugino lontano del navigatore Amerigo Vespucci. Dopo il matrimonio, la coppia si stabilì a Firenze.

 L’arrivo degli sposi coincise con l’assunzione di Lorenzo il Magnifico a capo della Repubblica. I due fratelli Lorenzo e Giuliano accolsero gli sposi nel palazzo Medici di via Larga e in loro onore organizzarono una sontuosa festa nella villa di Careggi. L’apice si raggiunse con il “Torneo di Giuliano”, un torneo cavalleresco svoltosi in piazza Santa Croce; qui Giuliano de’ Medici vinse un ritratto di Simonetta dipinto dal Botticelli, messo in palio. Simonetta fu la trionfatrice e venne proclamata “regina del torneo”. La sua grazia aveva ormai conquistato tutti a Firenze, in primis Giuliano; diventato suo amante, si dice che dopo la morte di Simonetta Giuliano non amò più nessun’altra.

L’esistenza di Simonetta, purtroppo, fu una vera e propria fugace meteora, perché solo un anno dopo, il 26 aprile 1476, moriva di tisi o peste, all’età di soli ventitré anni. Per la sua triste scomparsa Lorenzo il Magnifico scrisse il sonetto che inizia con “O chiara stella che co’ raggi tuoi / togli alle vicine stelle il lume / perché splendi assai più del tuo costume?

Ma soprattutto parlano di lei i celebri quadri di Sandro Botticelli, che l’amò al di sopra di ogni cosa: i volti femminili dei suoi quadri furono sempre ispirati da Simonetta anche dopo la morte: la Nascita di venere e la Primavera. Alla sua morte egli lasciò scritto di essere sepolto ai suoi piedi; la tomba del pittore, infatti, si trova nella Chiesa di Ognissanti, patronata dalla famiglia Vespucci. La tomba di Simonetta, però, non esiste più perché fu portata via da una delle tante piene dell’Arno, che aveva invaso la chiesa.